L’influencer Alex Mucci: «Lavoro con il sesso online su Onlyfans: sono una donna adulta e libera, che male c’è?»

Ha una laurea in ingegneria aerospaziale ma per vivere fa tutt’altro. E ha dieci milioni di follower

Alex Mucci da piccola correva dietro al pallone e faceva a botte con i maschi. All’epoca la chiamavano ancora Alessia e anche se era sboccata e vestiva in modo «strano» a scuola andava benissimo. Tanto da conseguire una laurea in ingegneria aerospaziale al Politecnico di Torino con una tesi sull’aviazione verde. A quel tempo, racconta, la chiamavano “la figa di Aerospaziale”. «Ed io mi sentivo diversa, dentro e fuori: tutto quell’ordine che avevo attorno lo macchiavo con i tatuaggi, mentre risolvevo equazioni alle derivate parziali non lineari e la notte miscelavo cocktail dietro i banconi in discoteca», racconta oggi in un articolo scritto per Libero. Per questo ha deciso di cambiare vita. E oggi con 10 milioni di follower su Onlyfans dice che lavorare con il sesso online è normale e che non se ne vergogna affatto.


Le prostitute in Italia

Alex Mucci spiega quando ha deciso di cambiare del tutto vita: «Il giorno della mia tesi ho detto ai miei genitori che non mi avrebbero mai vista seduta in un ufficio a progettare aerei; così, dopo aver vissuto qualche anno in Oceania alla ricerca di me stessa, sono tornata in Italia dove, casualmente, sono inciampata in quello che oggi è il mio lavoro, il mio mondo, il motivo di discussione ad ogni mio tavolo». Ovvero Onlyfans. Che ha un grande successo in un’Italia in cui ci sono più prostitute che medici: «Stime degli ultimi 5anni dicono che le puttane siano tra le 75mila e le 120mila, per un volume economico da 90 milioni di euro al mese, contro i circa 40mila medici di famiglia, in tendente diminuzione. I clienti sono circa 9 milioni, il 32% della popolazione maschile adulta».


Il falso femminismo medioevale

Eppure, dice, quando si parla del tema si demonizzano le prostitute ma non i loro clienti. Così come su Onlyfans è più facile prendersela con le content creator invece che con i 150 milioni di utilizzatori del sito. «Sono una donna libera e adulta, che da anni lavora per costruirsi un seguito di milioni di persone sul web e sceglie di monetizzarle esponendo il proprio corpo. Per quale strano motivo il problema sarei io se esiste tale richiesta? Perché devo leggere ogni giorno cascate di commenti d’odio da parte di persone che mi accusano di promuovere la mercificazione e l’oggettificazione del corpo femminile? O che mi giudicano nel mio ruolo di madre? Questo moralismo, questo falso femminismo è medievale».

Il victim blaming

Del resto, spiega, lei è sempre stata «oggetto delle attenzioni sessuali» da parte degli uomini, anche quando lavorava al bar. Ed era costretta a subirle quotidianamente. «Che male faccio se scelgo di farmi ora pagare per ricevere le stesse? Perché devo sentirmi responsabile del bullismo che mia figlia potrebbe subire a scuola fra qualche anno quando gli amici scopriranno che lavoro fa la mamma? Victim blaming: si giustifica l’esistenza del bullo a discapito di una mia scelta libera. Senza dire che nessun bambino è mai nato stigmatizzando il corpo nudo: quello è un retaggio che riguarda solo gli adulti, e che solo gli adulti tramandano alla prole». Secondo Alex Mucci bisognerebbe almeno «cominciare ad accettarne l’esistenza e smettere di demonizzare la categoria, allineandoci al progressismo con cui alcuni paesi europei approcciano la materia oggi e togliendoci il velo dei finti bigotti a cui queste cose fanno schifo». Non sarebbe male, per iniziare.

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