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Concorso in corruzione aggravata, tra gli indagati spunta il presidente della Salernitana Iervolino

30 Ottobre 2023 - 20:57 Redazione
L'ex proprietario dell'università telematica Pegaso figura tra i nomi per cui la Procura di Napoli ha chiesto il rinvio a giudizio. L'ateneo: «Noi parte lesa»

C’è anche l’imprenditore Danilo Iervolino, ex proprietario dell’università telematica Pegaso e presidente della Salernitana, il segretario generale del sindacato Cisal Francesco Cavallaro, il segretario generale del ministero del Lavoro Concetta Ferrari e Fabia D’Andrea, all’epoca dei fatti vice capo di Gabinetto del ministro del Lavoro, tra le sette persone indagate a Napoli in un’inchiesta della Guardia di Finanza su presunte corruzioni commesse per ottenere semaforo verde, già negato dal ministero, alla divisione del patronato Encal-Inpal in Encal-Cisal e Inpal conservandone però i vantaggi economici e patrimoniali. Concorso in corruzione aggravata, è l’ipotesi su cui lavora la Procura di Napoli che ha chiesto il rinvio a giudizio per tutti gli indagati. Il gup ha fissato l’udienza preliminare per il 24 novembre. Iervolino, difeso dall’avvocato Giuseppe Saccone, ha replicato a Repubblica: «Non so assolutamente niente degli episodi che mi vengono contestati. Non sono mai stato al ministero del Lavoro. Sono ossessionato dal rispetto della legge».

Gli altri indagati e le misure cautelari respinte

Il fascicolo è seguito dal procuratore aggiunto Sergio Ferrigno e dal sostituto procuratore Henry John Woodcock. Tra gli indagati anche Mario Miele (presidente del consiglio di amministrazione della società “Centro autorizzato di assistenza fiscale Cisal srl”, ex consigliere di amministrazione dell’Università Mercatorum e attuale dirigente della Us Salernitana), Francesco Fimmanò (che avrebbe svolto il ruolo di mediatore) e Antonio Rossi (figlio del segretario generale del ministero del Lavoro). «Prediamo atto della diffusione, tardiva e non casuale, di questa notizia», commenta l’avvocato Alessandro Diddi, legale di Concetta Ferrari, contattato dall’ANSA. «Peccato – aggiunge – che siano già state chieste delle misure cautelari per gli indagati, tutte rigettate dal giudice per le indagini preliminari sia dal Tribunale delle Libertà di Napoli». Il rigetto delle misure cautelari personali del gip si è basato, secondo quanto si apprende, sull’assenza di esigenze cautelari ma sono stati tuttavia riconosciuti i gravi indizi di colpevolezza.

L’assunzione del figlio e un viaggio a Tropea tra i presunti favori

Il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli ha già eseguito un sequestro preventivo nei confronti del figlio della Ferrari per un importo di oltre 68 mila euro, pari ai compensi netti percepiti come professore dalla Pegaso dal primo aprile 2019 al 10 giugno 2022. L’iscrizione nel registro degli indagati risale a oltre un anno fa e, secondo gli inquirenti, Cavallaro, in cambio di favori per la sua organizzazione sindacale, avrebbe offerto come contropartita alla Ferrari e alla D’Andrea diversi favori come, per esempio, l’assunzione del figlio nell’università. La scissione ha avuto effettivamente il via libera il 18 gennaio 2018. Le fiamme gialle stanno valutando tra i tanti elementi dell’inchiesta anche una vacanza a Tropea per la Ferrari e il marito, il noleggio di una barca e di un’auto, oltre a una borsa e cravatte griffate.

Parla l’Università Pegaso: «Noi parte lesa»

L’università Pegaso ci tiene a sottolineare che la vicenda «è precedente all’attuale gestione» dell’ateneo. Lo precisano loro stessi in una nota. «In riferimento alla richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura di Napoli, Università Pegaso precisa – si legge nel comunicato – che si tratta di una vicenda precedente all’attuale gestione, per la quale è stata fornita piena collaborazione alla Procura, che ha qualificato Università Pegaso come parte lesa e si riserva di ricorrere in tutte le sedi a propria tutela».

(In copertina Iervolino. Foto Ansa/Pica)

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