Sgarbi ancora all’attacco di Sangiuliano: «Aumentare il prezzo dei musei umilia le opere»

Per il sottosegretario alla Cultura «il ministro è una bravissima persona, ma di arte ne capisce quanto io di frittelle»

Vittorio Sgarbi ha detto che non avrebbe più dialogato con Gennaro Sangiuliano fino al termine dell’istruttoria che il ministro ha sollecitato all’Antitrust. L’autorità, il 24 febbraio, chiuderà la pratica sul presunto conflitto di interessi del sottosegretario. Ad ogni modo, Sgarbi non parla con il titolare del suo dicastero, ma parla di lui: «I musei dovrebbero essere gratuiti per i cittadini italiani, per pagare i musei bastano gli stranieri», ha dichiarato oggi, 4 novembre. «Io sono totalmente contrario alla posizione del ministro della Cultura di aumentare il prezzo dei biglietti: è una frenesia che umilia le opere d’arte e la loro funzione di formazione. Uno dovrebbe andare nella sua città e entrare al Museo Egizio per vedere un solo pezzo per un quarto d’ora: questo è il senso della conoscenza, il resto è mercimonio, violenza, volgarità e moda». Durante la visita a Torino, il sottosegretario ha anche preso le distanze da alcune posizioni di Fratelli d’Italia e Lega, che auspicavano una estromissione di Christian Greco dal ruolo di direttore del Museo Egizio. «Non ho mai incontrato Greco, ma ho sempre avuto simpatia per lui». E ancora: «Non sono un egittologo, però la leggenda che questo è il più importante museo egizio fuori dall’Egitto lo rende con gli Uffizi il più importante museo italiano. Per questo ci vuole un direttore che abbia una coscienza della sua funzione politica, che vuole dire difendere il museo e l’Italia. Il problema non è che uno sia meglio o peggio di un altro, il fatto è che Greco è tanto uno studioso quanto un amministratore che riesce a far vedere il museo. Sono totalmente dalla sua parte – ha concluso Sgarbi -, l’ho detto per primo: gli altri sono più lenti a capire e fanno cose controproducenti pensando di essere originali. Allora mi sembrava come rappresentante del governo di dover dire quello che dopo una settimana ha detto anche il ministro, che è una bravissima persona, ma di arte ne capisce quanto io di frittelle».


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