Sgarbi e le società taciute all’Antitrust: «Potrebbero essere un problema». E il sottosegretario annuncia che siederà in prima fila a Miss Italia

Il 24 febbraio la decisione dell’Authority. Il politologo Passigli: «Consiglierei a Vittorio di parlarne il meno possibile»

È il 24 febbraio la data da aspettare per conoscere l’esito dell’istruttoria dell’Antitrust che riguarda Vittorio Sgarbi. I soldi che il sottosegretario avrebbe ricevuto per attività estranee a quella ministeriale rispettano o meno la norma sul conflitto di interessi? Questo è il nocciolo del problema sul quale, però, si innestano anche altri dubbi. Ad esempio, fa notare Repubblica, Gennaro Sangiuliano dice di aver appreso dei presunti compensi di Sgarbi da un articolo del Fatto del 24 ottobre. Tuttavia, la sua segnalazione all’Autorità garante della concorrenza e del mercato risale a quattro giorni prima il 20 ottobre. Quindi il ministro della Cultura già era a conoscenza dei possibili introiti extra del sottosegretario? Sgarbi, sempre a Repubblica, afferma: «Io so solo, e lo posso provare, che il 23 ottobre mi ha chiamato Sangiuliano chiedendomi di andare al posto suo e in sua rappresentanza a un evento a Bologna». Quella è l’ultima volta che il ministro e il sottosegretario alla Cultura si sono sentiti. Sgarbi promette che non parlerà più con Sangiuliano fino al giorno in cui si esprimerà l’Antitrust: «Non ho intenzione di sentire il ministro fino al 24 febbraio, data di chiusura dell’istruttoria dell’Antitrust. Vorrà dire che faremo almeno tre mesi da separati in casa. E vedrete che io sarò “assolto” da tutto perché è tutto lecito e legato ai miei diritti di autore», sottolinea il critico d’arte. Intanto, il critico prestato alla politica replica così a quegli esponenti di Fratelli d’Italia che gli avrebbero imposto un passo indietro rispetto al ruolo di presidente della giuria del concorso di Miss Italia: «Io sarò in prima fila a Miss Italia, che sia chiaro, poi vedremo se farò anche il giurato». Nella vicenda è stato coinvolto anche il politologo Stefano Passigli, esperto di Antitrust e amico di Sgarbi. Secondo il suo parere, espresso in un’intervista al Fatto, «è opportuno che Sangiuliano abbia chiesto all’autorità di pronunciarsi e vedere se alcune delle attività di Sgarbi hanno caratteristiche professionali». Ciò che, secondo Passigli, è un grave errore, è «aver omesso all’Antitrust di aver costituito delle società organizzare e fatturare le sue attività». Per il politologo, era meglio se Sgarbi avesse agito «come persona fisica e non attraverso società», e conclude: «Nel suo interesse, consiglierei a Vittorio di tenere un profilo basso e parlare il meno possibile, lasciando che l’autorità faccia il suo corso».


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