Tim, via libera alla vendita della rete al fondo Usa Kkr. Vivendi sul piede di guerra: «Violati i diritti degli azionisti, faremo ricorso»

Ok al piano in Cda: incasso fino a 22 miliardi, closing entro l’estate 2024. Ma il socio francese annuncia battaglia: «Decisione illegittima»

Il cda di Tim ha approvato la vendita di Netco al fondo americano Kkr. Lo ha confermato la stessa società dopo le primi indiscrezioni di stampa, facendo sapere che il via libera è arrivato «dopo tre giorni di riunioni» e a maggioranza, con 11 voti favorevoli e 3 contrari. Semaforo verde formale, dunque, all’ultimo step del percorso di scorporo della rete, con la vendita di Netco, la costituenda società del gruppo in cui confluiranno la rete primaria, la rete secondaria e la rete di cavi sottomarini per la fibra integrati in Sparkle. In cambio della vendita degli asset a Kkr, Tim dovrebbe incassare circa 20 miliardi di euro (esclusa per il momento Sparkle), che potrebbero diventare circa 22 in caso di fusione con l’attuale concorrente Open Fiber. Incasso utile all’ex Telecom per ripianare almeno in parte il debito societario: di circa 14 miliardi di euro, fa sapere l’azienda in una nota, nella quale si precisa anche il perfezionamento dell’operazione di vendita è atteso «entro l’estate del 2024, soddisfatte le condizioni sospensive (completamento del conferimento della rete primaria, autorizzazione Antitrust, autorizzazione in materia di sovvenzioni estere distorsive e Golden Power)». Nella governance di Netco, secondo gli accordi pregressi col fondo Usa, entreranno anche lo Stato, con una quota attorno al 20% in capo al ministero delle Finanze, e il fondo d’investimento italiano F2i.


Lo scoglio Vivendi

Il voto a maggioranza in Cda sull’operazione ha di fatto evitato il passaggio in assemblea degli azionisti, come chiedeva da mesi invece il primo socio di Tim, Vivendi. Che già nei mesi passati aveva minacciato azioni legali per bloccare l’affare, e in serata è tornata alla carica. Per il gruppo francese, «la decisione del Cda è illegittima» perché i «diritti degli azionisti di Tim sono stati violati», si legge in una durissima nota. Pertanto Vivendi «utilizzerà ogni strumento legale a sua disposizione per contestare questa decisione e tutelare i suoi diritti e quelli di tutti gli azionisti».


I dettagli dell’operazione e l’extra time su Sparkle

Secondo il resoconto completo di Tim, l’offerta vincolante valorizza NetCo (esclusa Sparkle) «a un Enterprise value di 18,8 miliardi, senza considerare eventuali incrementi di valore derivanti dal potenziale trasferimento di parte del debito a NetCo e da earn-out legati al verificarsi di determinate condizioni, che potrebbero aumentare il valore sino a 22 miliardi di euro». Leggi l’ipotesi di fusione con Open Fiber che potrebbe realizzarsi «durante i 30 mesi successivi alla data del closing», oltre che «l’eventuale introduzione di modifiche regolamentari idonee a generare benefici a favore di NetCo». Nella riunione di oggi, il Cda di Tim ha invece bocciato l’offerta non vincolante di Kkr su Sparkle, ritenuta «non soddisfacente». Secondo quanto riporta la nota ufficiale, il Cda ha pertanto «conferito un mandato all’amministratore delegato per ricevere un’offerta migliorativa per Sparkle». Il Ceo Pietro Labriola, in altre parole, avrà ora il mandato di trattare col fondo Usa per verificare la possibilità di ricevere un’offerta vincolante a un valore più elevato una volta completata la due diligence, il cui termine è stato esteso fino al 5 dicembre.

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