Usa, la mossa della ceo di Lumen: il titolo crolla in borsa, Kate Johnson compra un 1 milione di dollari di azioni della società

L’obiettivo dell’imprenditrice era dimostrate agli investitori, in fuga dopo il crollo in borsa dell’azienda, che avevano reagito in modo eccessivo alla complicata trimestrale presentata

La ceo di Lumen Technologies Kate Johnson ha acquistato un milione di dollari di azioni della sua società. L’obiettivo dell’imprenditrice è dimostrate agli investitori, in fuga dopo il crollo in borsa dell’azienda, che avevano reagito in modo eccessivo alla complicata trimestrale presentata. «Insieme a mio marito abbiamo capito che era la cosa giusta da fare e credo che la mia mossa esprima la profonda fiducia nel nostro business», ha detto Johnson in un’intervista, ripresa dal Wall Street Journal. Dopo aver ricoperto il ruolo di presidente Usa di Microsoft per 4 anni, Johnson ha assunto l’incarico di ceo di Lumen nel novembre scorso con un compenso di 4,8 milioni di dollari. La retribuzione comprendeva un bonus in contanti di 1 milione di dollari e premi in azione dal valore di circa 3 milioni. Il titolo della società, negli ultimi due anni, ha perso – scrive il WSJ – circa il 90% del suo valore, dopo che la stessa ha preso la decisione di dividere la sua rete statunitense, vendere attività all’estero ed eliminare il suo dividendo. La ceo non è però l’unica ad aver acquistato azioni della società: l’ex amministratore delegato di Lumen, Jeff Storey, ha infatti comprato un milione di dollari di azioni nel 2017 e pure nel 2019. Ma da allora questi acquisti hanno perso gran parte del loro valore. Lumen si è allargata grazie a diverse acquisizioni, tra cui la fusione da circa 25 miliardi di dollari di CenturyLink (nome precedente della società) con Level 3 Communications, con sede in Colorado, conclusa nel 2017. Questa espansione – spiega il quotidiano americano – ha aiutato la società a sfruttare miliardi di dollari di agevolazioni fiscali, ma non è riuscita a rispondere alle nuove tendenze che hanno danneggiato la maggior parte dei titoli delle telecomunicazioni. Le entrate, ad esempio, sono diminuite poiché i clienti hanno abbandonato il servizio Internet domestico a bassa velocità più velocemente di quanto la società riuscisse a costruire, nel breve termine, nuove linee a banda larga in fibra ottica per riuscire a non farli scappare. E ora per stabilizzare le entrate, ne è certa la ceo, ci vorrà «fino alla fine del 2024». 


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