Netanyahu: «L’Anp non governerà a Gaza». Crisi Libano, Gallant: «Se sentirete che abbiamo attaccato Beirut, capirete che Hezbollah ha oltrepassato la linea rossa»

Le parole del premier israeliano oggi in conferenza stampa. «L’esercito continuerà a mantenere il controllo di sicurezza finché necessario». Ma preoccupano ancor di più le parole del ministro della difesa israeliano

Il premier Benjamin Netanyahu oggi in conferenza stampa ha attaccato duramente l’Autorità nazionale palestinese. «Non consentiremo a chi non ha condannato la strage per oltre 30 giorni di controllare Gaza il giorno dopo» la fine della guerra. «A Gaza – ha aggiunto – non ci sarà un’autorità civile che educa al terrorismo e paga stipendi ai terroristi e l’esercito continuerà a mantenere il controllo di sicurezza a Gaza finché necessario». Il ministro della difesa Yoav Gallant non ha escluso un eventuale attacco a Beirut. In risposta alla domanda di una giornalista che voleva sapere quale fosse la linea rossa di Israele agli Hezbollah in seguito ai loro continui attacchi contro l’Alta Galilea, Gallant ha risposto: «Se sentirete che abbiamo attaccato Beirut, comprenderete che Nasrallah ha oltrepassato quella linea».


Idf nega l’assedio all’ospedale al-Shifa

«Non ci sono sparatorie e non c’è alcun assedio» all’ospedale al-Shifa di Gaza City. Lo scrive su X il responsabile dell’ente militare di governo israeliano dei territori (Cogat): «La parte Est dell’ospedale resta aperta» per chi voglia uscire, afferma Tetro, sottolineando che ci sono combattimenti vicino alla struttura tra soldati israeliani e miliziani di Hamas. All’interno dell’ospedale, fuori dalle comunicazioni e senza corrente elettrica, «sono morti due neonati prematuri»: è la denuncia di una Ong israeliana che cita i medici della struttura. I due – riferisce Physicians for Human Rights Israel – sono deceduti a causa delle interruzioni di corrente. «A causa della mancanza di elettricità, possiamo riferire che l’unità di terapia intensiva neonatale ha smesso di funzionare. Due neonati prematuri sono morti e c’è un rischio reale per la vita di altri 37 neonati prematuri», si legge nel comunicato del gruppo di medici israeliani. Medici senza frontiere (Msf) – che lavora ancora all’interno dell’ospedale, dove vi sono centinaia di pazienti – ha ribadito con urgenza il suo appello «a fermare gli attacchi contro gli ospedali, per un cessate il fuoco immediato e per la protezione delle strutture mediche, del personale medico e dei pazienti». E poi ancora: «Ci stanno uccidendo qui, per favore fate qualcosa», racconta un infermiere di Msf dal seminterrato dell’ospedale di al-Shifa, la più grande struttura sanitaria dell’enclave palestinese. «La situazione ad al-Shifa è davvero catastrofica. Chiediamo al governo israeliano di cessare questo assalto senza tregua al sistema sanitario di Gaza. Il nostro staff e i nostri pazienti si trovano all’interno dell’ospedale, dove i pesanti bombardamenti non si sono fermati da ieri», sottolinea Ann Taylor, capomissione di Msf.


Ospedale al-Shifa senza corrente e fuori dalle comunicazioni

L’ospedale al-Shifa è fuori dalle comunicazioni e senza corrente elettrica. Lo ha fatto sapere il suo direttore Muhammad Abu Salmiya. «Quello che posso dire è che abbiamo cominciato a perdere vite di pazienti. Ogni minuto c’è chi muore: malati, feriti e anche bambini nelle incubatrici». L’esercito israeliano si trova nelle immediate vicinanze. Intanto durante la notte forze della Brigata Nahal hanno localizzato e distrutto tunnel di attacco di Hamas. La Mezzaluna Rossa Palestinese ha affermato che una persona è stata uccisa e altre 28 ferite in un attacco israeliano all’ospedale Al-Quds di Gaza. L’esercito israeliano ha fatto sapere che da stamattina alle 9 è aperto un corridoio umanitario per Gaza Sud. Verrà chiuso alle ore 16.

L’indiscrezione

E l’esercito di Israele si prepara a combattere per un anno a Gaza per arrivare alla «quarta fase» della guerra. Che prevede l’ingresso di un nuovo governo che non sia sostenuto da Hamas o dagli iraniani. L’indiscrezione è stata pubblicata dal Times of Israel, secondo il quale l’Idf sta preparando combattimenti «in diverse aree e con metodi diversi». Il quotidiano cita un rapporto interno delle forze armate in cui si raccomanda: «Non ci sono pressioni per fare in fretta, il messaggio per i comandanti è sempre: lavorate lentamente e in modo sicuro, portate casa i risultati». Intanto nella notte si è sviluppato uno scontro tra l’ambasciata di Israele negli Stati Uniti e il Dipartimento di Stato.

Lo scontro tra l’ambasciata e il Dipartimento di Stato

Al centro della lite la critica nei confronti di Israele sulla demolizione della casa di un palestinese condannato per terrorismo a Gerusalemme. «Il governo di Israele ha demolito la casa di una famiglia palestinese in risposta alle azioni del figlio di 13 anni», ha scritto l’ufficio americano aggiungendo che «un’intera famiglia non dovrebbe perdere la propria casa a causa delle azioni di un singolo individuo». L’ambasciata di Israele ha reagito ricordando che il 13enne è «un terrorista che ha ucciso un cittadino israeliano pugnalandolo a morte». Si parla di Muhammad Zalbani che, lo scorso febbraio, ha ucciso un poliziotto di frontiera israeliano mentre stava ispezionando un autobus. La demolizione dell’abitazione, che si trovava nel campo profughi di Shuafat a Gerusalemme est, è avvenuta mercoledì 8 novembre.

Le pressioni internazionali

Intanto l’agenzia di stampa Reuters scrive che Israele deve fronteggiare le pressioni internazionali per proteggere i civili a Gaza. Il numero di palestinesi morti durante il bombardamento dell’enclave ha superato quota 11 mila. Il segretario di Stato Usa Antony Blinken ha detto che troppi palestinesi sono stati uccisi e hanno sofferto nelle ultime settimane, pur riaffermando il sostegno degli Stati Uniti alla campagna di Israele contro il terrorismo. Il presidente della Francia Emmanuel Macron in un’intervista alla BBC ha affermato che Israele deve smettere di bombardare Gaza e uccidere civili. A Macron ha risposto il premier israeliano: «La responsabilità delle sofferenze dei civili è di Hamas-Isis e non di Israele».

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