Lo sciopero generale del 17 novembre nel mirino del Garante: «Mancano i requisiti». Uil e Cgil non ci stanno: confermato lo stop. Salvini attacca Landini: «In castigo il capriccioso»

I sindacati contro la Commissione di Garanzia. Rischio concreto di precettazione

I sindacati non ci stanno. «Confermiamo la proclamazione dello sciopero generale e le sue modalità di svolgimento per la giornata del 17 novembre», affermano Cgil e Uil. «Non condividiamo la decisione assunta dalla Commissione di garanzia. Si tratta – proseguono – di un’interpretazione che non riconoscendo la disciplina dello sciopero generale, mette in discussione nei fatti l’effettivo esercizio del diritto di sciopero sancito dalla Costituzione a tutte le lavoratrici ed i lavoratori». Dopo il rischio precettazione ora anche la Commissione di garanzia si mette di traverso nello sciopero generale proclamato da Cgil e Uil il 17 novembre 2023 contro la legge di bilancio del governo Meloni. La Commissione di garanzia conferma «il contenuto del provvedimento adottato in data 8 novembre» e chiede la rimodulazione dello stop in alcuni settori. «Lo sciopero, così come proclamato dalle confederazioni sindacali (con esclusione di numerosi settori) non può essere considerato, come da consolidato orientamento della Commissione, quale sciopero generale, ai fini dell’applicazione della disciplina che consente delle deroghe alle normative di settore sui servizi pubblici», si legge in una nota dopo l’incontro avvenuto con i due sindacati.


«Esperti nominati dal governo»

Il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, a Tagadà su La7 dichiara: «Sono esperti nominati da questo governo. Spiegare alle organizzazioni sindacali che non è uno sciopero generale ma uno sciopero intersettoriale è una presa di posizione, una visione singolare. Non abbiamo alcuna intenzione di rispettare i divieti della commissione di garanzia, del governo. Singolare che il ministro dica una cosa e coincida esattamente con quello che dice la commissione». «La Commissione di Garanzia degli scioperi mette in castigo il capriccioso Maurizio Landini: bocciata la pretesa del leader della Cgil di trascorrere un weekend lungo il prossimo 17 novembre sulla pelle di milioni di italiani», aveva affermato oggi la Lega in una nota. «La mobilitazione – prosegue il Carroccio – non potrà essere di 24 ore: i troppi anni a servizio del Pd al governo nazionale hanno arrugginito la Cgil che evidentemente ha dimenticato l’abc».


Salvini minaccia precettazione

La precettazione l’ha minacciata il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini, ma anche il Garante ha protestato perché la data è troppo vicina rispetto alle astensioni già fissate. Mentre il leader della Cgil Maurizio Landini ha detto che il ministro «non ha mai lavorato» e che non è il ministero a decidere sulle date degli scioperi. La commissione di garanzia ha deliberato la riduzione della protesta a 8 ore e ha chiesto di rimandare l’interruzione del servizio per il settore dei trasporti. Intanto però c’è una polemica sulla scelta dei giorni in cui scioperare e sui diritti dei cittadini compressi.

Il giuslavorista

Il giuslavorista Pietro Ichino in un’intervista al Corriere della Sera parla di un comportamento sindacale che «sta svuotando il significato dello strumento di lotta». Perché ormai è diventato «una routine, come lo sciopero dei trasporti il venerdì. Che è connotato anche da una certa dose di opportunismo. Collocandosi al venerdì mira ad avvalersi dell’adesione opportunistica di chi vi partecipa solo per aggiungere un giorno di vacanza». Poi propone di introdurre anche nei servizi pubblici per cui la proclamazione deve essere approvata da un certo numero di lavoratori per potersi svolgere. E aggiunge di applicare un’altra regola che esiste già: «Quella che obbliga tutte le parti, imprenditori, sindacati e lavoratori, a preavvertire gli utenti di ciò che funzionerà e ciò che non funzionerà durante lo sciopero. Oggi i lavoratori del settore vengono indebitamente esonerati dal dichiarare, con l’anticipo previsto dalla legge, la propria adesione».

Le regole violate

Nel colloquio con Rita Querzé Ichino aggiunge che la conoscibilità preventiva dell’adesione delle singole persone consentirebbe di rispettare «un diritto che la legge attribuisce ai cittadini, nel campo dei servizi pubblici essenziali. Ovvero quello di conoscere almeno con cinque giorni di anticipo i treni che viaggeranno, le classi di una scuola i cui insegnanti saranno al lavoro, e così via». In più, il quotidiano ricorda che l’ultimo sciopero del 20 ottobre era stato proclamato proprio venerdì. Mentre quello del 9 ottobre cadeva di lunedì. Ne era stato proclamato un altro il 29 settembre, ancora una volta di venerdì. Mentre il 13 luglio scorso era un giovedì. Anche l’ultimo sciopero generale della Cgil risale al 16 dicembre 2022, ancora una volta di venerdì. Mentre l’anno prima era stato proclamato di giovedì.

I sindacati

I sindacati ribattono facendo notare che il mondo dei trasporti lavora anche durante il fine settimana. E quindi molto spesso è impossibile prolungare il week end attraverso l’astensione dal lavoro. Mentre la data del 17 novembre è stata decisa in base a un calendario molto fitto. Che prevede l’astensione dal lavoro dei medici il 5 dicembre. La Commissione di Garanzia invece farà notare che molte categorie sono state escluse dalla prossima precettazione. E, per questo, inviterà Cgil e Uil a ridurre la durata dello sciopero.

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