La fuga in Austria di Filippo Turetta: il possibile itinerario, l’ipotesi della premeditazione. Le banconote insanguinate e i kit di sopravvivenza

A destare i sospetti degli investigatori che indagano sull’omicidio di Giulia Cecchettin, anche gli abiti del giovane e le sue ricerche sul pc personale

Ora che il corpo di Giulia Cecchettin è stato ritrovato, dopo una settimana di ricerche, l’ipotesi di reato nei confronti del 22enne Filippo Turetta cambia da tentato omicidio a omicidio. Le telecamere di sorveglianza in una zona industriale di Fossò lo riprendono mentre aggredisce la studentessa di Vigonovo e la carica di peso sulla sua auto, una Fiat Grande Punto targata FA015YE cercata ora dalle polizie di tutta Europa. Poi la macchina viene segnalata a Piancavallo, dove è stato recuperato il corpo in un dirupo della val Caltea, in una deviazione anomala che ha subito insospettito gli investigatori. Tra strade provinciali e secondarie, evitando le autostrade, Turetta prosegue poi il suo itinerario, ormai da solo, verso il Vajont, prima di ripassare in Veneto ed essere poi catturata dal targa system in Austria. È qui che, secondo gli investigatori, si trova ancora il giovane, non potendo ormai più muoversi senza che i sistemi lo rilevino. Il cerchio si stringe ma per ora di lui non c’è traccia. Alcuni elementi fanno emergere dei sospetti circa le intenzioni di Turetta già prima di incontrare Giulia Cecchettin la sera dell’11 novembre, dagli abiti troppo leggeri per le temperature rigide della Carinzia al contante necessario per coprire gli spostamenti senza usare pagamenti elettronici. Intanto la priorità è individuarlo: solo dal suo racconto può emergere una ricostruzione chiara di quanto accaduto.


Come è scappato Turetta

Quello che finora è noto è che la sera dell’11 novembre Turetta e Cecchettin siano usciti insieme. Lei aveva deciso di interrompere la loro relazione ad agosto e, dal racconto dei parenti di entrambe le famiglie, pare che lui non avesse superato la rottura, insistendo per tornare insieme. Sabato scorso, alle 22.43, l’ultimo messaggio di Giulia alla sorella. Poi la lite davanti casa, a cui ha assistito un vicino, la macchina che si ferma in una zona industriale di Fossò, la studentessa che prova a scappare ma viene raggiunta e e aggredita. Il primo passaggio registrato è a Zero Branco, nel Trevigiano, alle 00.43. Il corpo di Giulia Cecchettin verrà ritrovato più a nord, in Friuli-Venezia Giulia, nel Pordenonese. Nella zona impervia intorno al lago di Bercis, grazie all’alert della videocamera dell’area turistica di Piancavallo. L’auto di Turetta viene quindi segnalata in uscita dalle gallerie del Vajont, tra Erto e Casso e Longarone nel Bellunese, di nuovo in Veneto. Domenica mattina, appena dopo le 9, la Fiat Grande Punto è in un’area di servizio tra Cortina d’Ampezzo e Dobbiaco, Turetta paga in contanti il rifornimento di benzina. È il titolare dell’impianto, alcuni giorni dopo, a notare una macchia di sangue su una banconota da 20 euro nel suo registratore di cassa, allertando così le forze dell’ordine. Prima del passaggio in Austria, a pochi chilometri, avrebbe quindi allungato fino a Tarvisio, dove ha attraversato il confine, poi ha proseguito verso Villach e Lienz, nel Tirolo orientale, dove è stata registrata dal targa system.


I sospetti sulla premeditazione

Sono diversi gli elementi che stanno emergendo nelle ultime ore e che suggerirebbero agli investigatori l’ipotesi di una premeditazione. È ancora troppo presto per trarre le conclusioni, ma il primo elemento è quello dei contanti. Pare che Turetta non fosse un amante dei pagamenti elettronici e questo potrebbe spiegare l’impossibilità di rintracciare transazioni avvenute con la sua carta. Ma il giovane doveva comunque avere con sé una somma importante per potersi coprire la fuga e almeno le spese del carburante e del cibo. Il secondo elemento riguarda i vestiti. Gli investigatori sperano che le telecamere di servizio nella stazione dove ha fatto rifornimento Turetta lo abbiano immortalato e le immagini siano abbastanza chiare da capire come fosse vestito il fuggitivo. Perché la sera della scomparsa indossava jeans chiari, giubbetto nero e un paio di Adidas e bisogna capire se abbia nel frattempo rimediato – o portato con sé – un abbigliamento più pesante, da montagna, considerati i luoghi in cui è stato avvistato. Terzo elemento, le ricerche sul suo computer. Gli investigatori hanno sequestrato i suoi dispositivi elettronici e stanno proseguendo con le analisi. Da una prima rilevazione, sembrerebbe che il giovane avesse fatto – ma non viene specificato se in tempi recenti o meno – delle ricerche riguardo a come procurarsi kit di sopravvivenza. Ma anche mappe, percorsi, itinerari, sentieri del Tirolo, dove è stato segnalato l’ultima volta. E dove ora si stanno concentrando le ricerche.

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