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Dalla motosega nei comizi alla sopressione in tv dei ministeri: i video virali de “El Loco” Javier Milei

20 Novembre 2023 - 16:41 Alessandra Mancini
Il neopresidente argentino è noto per la sua esuberanza: abbiamo raccolto alcuni dei filmati diventati virali in rete nelle ultime ore

Con un tasso di povertà al 40% e un’inflazione oltre il 140 per cento, l’Argentina ha deciso di affidarsi alla guida di «un pazzo». L’ultraliberista di estrema destra, Javier MileiEl Loco, appunto, com’è conosciuto nel Paese – è il nuovo presidente dello Stato sudamericano. Con oltre il 56% dei voti, ha vinto il ballottaggio contro il candidato peronista della coalizione di centrosinistra “Unione per la Patria” Sergio Massa (44%), in un’elezione storica. Era dal lontano 1983 (l’anno della caduta della dittatura militare) che un candidato alla corsa per la Casa Rosada conquistasse un tale appoggio popolare. «Oggi inizia la fine della decadenza argentina», «tra 25 anni saremo una potenzia mondiale» e «la faremo finita col modello peronista che ha impoverito il Paese»: le promesse (e pure le premesse) del polemico economista «anarco-capitalista» nel suo primo discorso dopo la vittoria. In pochi anni è riuscito, con la sua formazione politica “La Libertad Avanza”, a scalzare i due partiti tradizionali che hanno governato per 40 anni il Paese. Dal prossimo 10 dicembre, Milei – 54 anni, di Buenos Aires – prenderà il posto del presidente uscente, Alberto Fernández. 

«Afuera!»

I suoi messaggi sono chiari e semplici, populisti. Quel che basta per insediarsi e proliferare nel tessuto sociale caratterizzato da un profondo malcontento. La crisi economica dilagante, i continui scandali di corruzione che hanno caratterizzato l’esecutivo Fernández, nonché i livelli altissimi di povertà hanno portato gli argentini a virare a destra. Le sue promesse, un insieme di norme della cosiddetta alt-right sudamericana, hanno conquistato l’elettorato soprattutto maschile: dollarizzazione dell’economia, distruzione della Banca centrale e soppressione di 12 ministeri. Afuera (si sente nel video pubblicato dall’economista in campagna elettorale), Cultura, Ambiente, Donne e diversità, Lavori Pubblici, Educazione, Lavoro e sicurezza sociale, Trasporti, Salute, Scienze e Tecnologia, Sviluppo sociale. Tra il primo e il secondo turno, le posizione di Milei si sono per certi versi ammorbidite, con scarsi risultati secondo il Financial Times. Inizialmente la «furia anti establishment» (secondo El País) si era detto contrario all’aborto, ma favorevole alla vendita di organi e alla creazione «un mercato delle adozioni» e alla liberalizzazione della vendita di armi; privatizzazione della sanità e pure dell’istruzione e lotta contro «l’ideologia di genere». Tutte proposte avanzate nei suoi feroci improperi urlati nelle piazze contro l’esecutivo, rimangiate nel giro di poche settimane dopo aver accusato «la classe politica» di aver «diffuso un’enorme quantità di bugie».

Le tante personalità di Milei: quale governerà l’Argentina?

Nelle ore successive alla sua vittoria, i social si sono popolati di filmati in cui il neo-presidente si scaglia contro «la casta politica corrotta», si erge a «domatore di leoni» («Non sono venuto per guidare gli agnelli, sono venuto per risvegliare i leoni», una delle sue frasi più celebri) e leader antisistema. Durante la campagna elettorale, anti-convenzionale e piena di teatralità, si è persino presentato in mezzo alla folla con una motosega accesa, a simboleggiare il taglio alla spesa pubblica e allo stato sociale. Prima di essere eletto ha sottolineato che, se fosse diventato leader dell’Argentina, sua sorella Karina sarebbe stata First Lady. Ha poi definito «sporco uomo di sinistra» Papa Francesco e bollato il cambiamento climatico come «bufala socialista». Nonostante questo, Milei rifiuta categoricamente di appartenere ideologicamente all’estrema destra. Eppure, per la sua avventura politica ha scelto come vice un’avvocata che ha difeso molti militari condannati per delitti di lesa umanità durante la dittatura e ha inoltre aderito alla Carta di Madrid, un documento promosso dal partito di ultradestra spagnola Vox che si propone di frenare l’espansione del comunismo nella regione iberoamericana. Ora, però, arriva la sfida più grande per Milei, ovvero trovare alleati che possano appoggiare le sue proposte più radicali (non sarà così semplice). E soprattutto: quale di tutti i Milei che si racchiudono nella sua figura, governerà l’Argentina?

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