Fedez e Siae, pace fatta: il rapper scarica Soundreef e firma una partnership con la società che un tempo aveva accusato di monopolio

Si chiudono sette anni di polemiche e contenziosi: il rapper era stato persino querelato dall’allora ministro Franceschini

È finita la guerra tra Fedez e Siae, la società tutela i diritti d’autore di artisti ed editori. Nel 2016, il rapper decise di fare gestire il suo repertorio dalla neonata Soundreef, accusando la storica Siae di agire in regime monopolistico, «un dominio monopolistico ultracentenario». Ieri, 21 novembre, una scritta comparsa in alto nelle story Instagram dell’influencer ha sancito la pace: «Partnership pubblicizzata». Il rimando, anche attraverso il tag, alla pagina della Siae serve ad annunciare un nuovo format che Fedez spiega con la sua stessa voce: «Ragazzi, oggi sono qui per an- nunciarvi una collaborazione con Siae». E dunque, non solo l’artista ha riportato la gestione dei suoi diritti d’autore sotto l’egida Siae, ma ha avviato una collaborazione per realizzare quattro contenuti.


Le interviste

Dal titolo Siae incontra, gli episodi vedranno Fedez svolgere delle interviste a «grandi autori della musica italiana, persone e personaggi che lavorano in Siae, per capire in cosa è migliorata rispetto al passato e cosa fa per tutelare autori e compositori». Il primo intervistato sarà Dargen D’Amico, collega di Fedez. Seguirà poi un dialogo con Mogol, presidente onorario di Siae. Terza puntata, l’intervista all’attuale direttore generale di Siae Matteo Fedeli. Infine, il rapper avrà un colloquio con il talent scout di Universal Music Publishing Group, Klaus Bonoldi. «La scelta di Fedez ci dimostra che il percorso che abbiamo intrapreso negli ultimi anni sta andando nella giusta direzione. La Siae del 2023 lavora mettendosi in ascolto dei suoi autori e dei suoi editori», commenta la società, in una nota. Mentre l’influencer giustifica così il suo dietrofront: «La mia battaglia ideologica non è mai stata contro Siae ma contro il monopolio che reggeva. Oggi non c’è più. Negli anni ho imparato a conoscere due realtà e a riconoscere i meriti di Siae nel cambiare e nell’apportare cambiamenti tecnologici in favore degli autori e degli editori. Oggi Siae è un’azienda che tutela gli autori e lo fa con gli strumenti che abbiamo a disposizione nel 2023».


I contenziosi

In soffitta i contenziosi, finiti persino nelle Aule dei tribunali. Il Messaggero ricorda, ad esempio, quello iniziato mel 2017, quando il rapper affermò: «La Siae continua a incassare in modo indebito i diritti su miei concerti: chiederò un decreto ingiuntivo per riavere i soldi». I giudici di Milano diedero ragione al cantante. Nel 2019, Fedez scrisse anche la prefazione del libro di Davide D’Atri, fondatore di Soundreef. Tra le righe, parlò della Siae come espressione del «vecchio mondo della musica» in opposizione al «nuovo». Infine, nella diatriba fu coinvolto persino l’allora ministro della Cultura Dario Franceschini. Il rapper fu querelato dal titolare del dicastero per essere stato accusato di conflitto d’interessi: secondo la tesi di Fedez, «Michela Di Biase, moglie di Franceschini – e politica Dem – è stata assunta nel 2016 dalla Fondazione Sorgente Group, un gruppo che gestisce l’intero patrimonio immobiliare Siae. Il conflitto di interessi c’era e c’è, perché Franceschini dovrebbe vigilare sui beni di Siae, ma se sono gestiti dall’ente per cui lavora la moglie… qualcosa non torna».

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