Roma, si intrufola a una festa e violenta una minorenne. «Ha stuprato altre donne che non hanno avuto il coraggio di denunciare»

A processo un sudamericano di 23 anni. Il racconto delle testimoni e amiche della vittima in aula

«Lei era incosciente, sdraiata a letto a pancia in giù. Io sono entrata e ho visto quella scena orrenda, lui era sdraiato sopra la mia amica e la stava violentando». Sono le parole dell’amica di una vittima, minorenne, nel processo che vede imputato J.L.J.L. – sudamericano, oggi 23enne – per abusi sessuali aggravati ai danni di una minore. Il caso lo racconta Il Messaggero. Il 31 gennaio 2020 Paola (nome di fantasia) decide di organizzare una piccola festa a casa sua. Pochi invitati e che si conoscono fra loro. La vittima non regge l’alcool. Le amiche la aiutano, le fanno una doccia e le mettono il pigiama.


L’arrivo del 21enne, mai invitato

A un certo punto alla festa si palesa un 21enne, che tutti conoscono solo di vista e che non era stato invitato. Si infila alla festa, beve, fa quattro chiacchere e poi va a salutare la ragazza, oramai addormentata da ore. «Dopo circa 15 minuti mi sono accorta che il ragazzo non c’era – racconta l’amica ai giudici della V sezione collegiale del tribunale di Roma –  e allora sono corsa in camera a controllare cosa stesse facendo. Ho spalancato la porta all’improvviso e l’ho visto sdraiato sopra Paola. Mentre lei era semi incosciente, lui la stava violentando». Le ragazze cacciano il giovane, la vittima, ancora provata dall’alcol trova la forza di raggiungere il bagno. «Quando l’imputato è andato via – racconta l’amica – sono andata a controllare il letto. Ho spostato le coperte ed è in quel momento che ho visto macchie di sperma e soprattutto il sangue». «Lei è tornata dal bagno e diceva di aver un forte mal di pancia e di aver perso ancora sangue in maniera copiosa. Tra l’altro poi abbiamo scoperto che anche altre ragazze avrebbero subito abusi del genere ma non hanno poi trovato il coraggio di denunciare», racconta la testimone. La ragazza, racconta Il Messaggero, inizialmente non voleva sporgere denuncia. A convincerla è stata la madre: «Le avevo tenuto nascosto tutto per anni ma era l’unico modo per convincerla. Le ho raccontato per la prima volta la mia esperienza. Anche io ho subito una violenza sessuale quando ero giovane e le ho fatto capire che ero in grado di provare una forte empatia con lei».


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