Bollette, niente proroga del mercato tutelato nel Dl Energia. Dal governo via libera a nuove estrazioni di idrocarburi

La possibile «legnata sulle bollette», come la definisce il M5s, fa infuriare le opposizioni. E Schlein convoca una conferenza stampa urgente

La prima notizia a trapelare dalle stanze di Palazzo Chigi, a Consiglio dei ministri ancora in corso, è che nel decreto Energia approvato dal governo si è scelto di non prorogare il mercato tutelato delle bollette. Per il gas la scadenza resta fissata al 31 dicembre, per l’elettricità al 10 gennaio. Anche alcuni esponenti della maggioranza auspicavano un rinvio del passaggio dalle tariffe stabilite dallo Stato a quelle del mercato libero. Il fatto che sia previsto un periodo di transizione della durata di 3 anni, attraverso il Servizio a tutele graduali predisposto da Arera, non basta a rassicurare le associazioni dei consumatori e le opposizioni. «È sconcertante», afferma il Partito democratico, la cui segretaria Elly Schlein ha convocato una conferenza stampa urgente domani mattina, 28 novembre, al Nazareno. «Famiglie e imprese si preparino al salasso voluto da una destra pericolosa e irresponsabile. Milioni di utenti vengono gettati nel caos dei mercati internazionali», è il commento della capogruppo di Alleanza verdi sinistra alla Camera, Luana Zanella. Durissima la nota dei 5 stelle che siedono in commissione Attività produttive: «Non c’è la proroga del mercato tutelato per quei 12 milioni di nuclei familiari più fragili, metà dei quali finirà in pasto alle aste degli operatori, mentre un’altra metà avrà solo blande tutele graduali.


Pichetto Fratin: «Liberiamo le grandi potenzialità del nostro Paese»

E ancora: «È la firma di Giorgia Meloni sulla furia cieca di questo governo nei confronti delle famiglie. Al salasso dell’inflazione e del caro-mutui ora per gli italiani arriva la legnata sulle bollette, un’altra sberla che segue il ceffone di una manovra lacrime e sangue. Scaraventare un terzo del paese nel mercato libero senza uno straccio di campagna informativa è semplicemente assurdo. Il governo si è ridotto a sei settimane dalla deadline per decidere di fregarsene beatamente delle difficoltà economiche che affrontano gli italiani. Abbiamo un governo di irresponsabili, oltreché di conclamati incapaci». Il passo indietro dello Stato rispetto ai player dell’energia nella decisione dei prezzi, tuttavia, non è l’unica norma che farà discutere di un corposo pacchetto di misure. Misure che, comunque, sono rivendicate con entusiasmo dal ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin: «Parliamo di 27,4 miliardi di euro di investimenti. Vogliamo liberare le grandi potenzialità del nostro Paese, per renderlo riferimento nel Mediterraneo sulle rinnovabili».


Le altre misure

Le fonti di energia pulita, è vero, trovano diversi incentivi nel decreto, come il neonato fondo per le Regioni di 350 milioni di euro l’anno, fino al 2032: soldi che serviranno «per le misure di compensazione e riequilibrio ambientale e territoriale a fronte dell’installazione di impianti fotovoltaici in aree idonee». Ma è altrettanto vero che il Consiglio dei ministri dà il via libera al rilascio di nuove concessioni per l’estrazione di idrocarburi. In cambio, le aziende coinvolte dovranno impegnarsi a cedere quantitativi di gas al Gse, che lo fornirà prioritariamente alle imprese gasivore. «Per realtà come quelle della siderurgia, della carta e del vetro sarà possibile acquistare gas a un prezzo vantaggioso, da imprese che lo estrarranno sul territorio nazionale, grazie alle nuove concessioni», spiegano le agenzie.

Le opere previste per il Sud

A proposito di fonti non rinnovabili, il decreto affronta l’annosa questione di un deposito nazionale per le scorie nucleari. Ovvero, il provvedimento consente agli enti locali italiani di autocandidarsi per ospitare il nuovo deposito. Sul gas, il pacchetto varato assegna la massima priorità ai rigassificatori: «Le opere per la costruzione e l’esercizio di terminali di rigassificazione di gas naturale liquido on-shore, nonché le infrastrutture connesse, sono considerate di pubblica utilità, indifferibili e urgenti». Una norma che riguarda impianti come quelli di Porto Empedocle e Gioia Tauro. Infine, per lo sviluppo dell’eolico off-shore, il dl Energia prevede l’individuazione di due aree portuali del Sud Italia, con i relativi specchi d’acqua, destinate a infrastrutture di cantieristica navale, per la produzione, l’assemblaggio e il varo di nuove piattaforme galleggianti.

Leggi anche: