Il bambino lasciato solo in classe perché plusdotato a Cosenza: «Una maestra ha aizzato i genitori contro mio figlio»

La storia che arriva da una terza elementare di Rende. La madre deposita un esposto

In una classe di terza elementare di Rende in provincia di Cosenza i genitori degli altri alunni si sono organizzati per lasciare un bambino solo in classe. Per protesta. Perché il bimbo, otto anni, è «iperattivo». A denunciare i fatti è stata la madre. Il bambino era stato inserito nella classe da solo due giorni. È considerato plusdotato e con un quoziente intellettivo superiore alla media. Parla italiano ed inglese, suona strumenti musicali senza averli studiati ed è velocissimo nei conti. La madre, avvocata, ha inviato un esposto in procura. La dirigente scolastica ha avviato un’indagine interna. Il ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Valditara ha inviato gli ispettori. La madre invece ha rilasciato un’intervista a Repubblica.


Il “ritardato”

«L’avevo spostato in questa classe a causa di incomprensioni con alcune maestre che si ostinavano a ribadire la necessità di un’insegnante di sostegno, pur avendo comunicato loro che la diagnosi di iperattività con funzionamento intellettivo superiore alla media non aveva rappresentato un requisito per il riconoscimento dell’invalidità. Anziché valorizzarlo, l’avevano escluso. Perspicace e bilingue, era diventato il “ritardato” della classe. Da qui la mia decisione, non apprezzata da alcune maestre e mamme che hanno organizzato l’ammutinamento», dice nel colloquio con Gabriella Cantafio. Il 22 novembre avrebbe dovuto svolgersi la “Festa dell’accoglienza” per il suo arrivo in classe. Invece i banchi erano tutti vuoti.


La maestra di matematica

Il bambino, spiega la madre, «ha otto anni, è una creatura innocente. E ha pensato avessero tutti la febbre. Pensi che, sentendosi fortunato per non essersela beccata anche lui, ha preparato un disegno da regalare al nuovo compagno di banco non appena fosse guarito. Non sapeva che l’assenza di massa era una protesta contro di lui, considerato una presenza non gradita». Mentre lei ha scoperto il piano «il pomeriggio precedente, durante l’incontro conoscitivo con il corpo docente. Mi ero scontrata con la nuova maestra di matematica che si ostinava a definire mio figlio “disabile e fastidioso”. La dirigente scolastica, così, ha deciso di ridurle le ore in quella classe. Tramite la rappresentante di classe, anch’essa docente, la maestra di matematica ha aizzato i genitori che, sulla chat interna, hanno organizzato il piano. Me l’ha confermato una mamma: ha ammesso che in quella chat è partito l’accordo, seppur senza costrizioni».

La madre

La madre annuncia che procederà legalmente «per difendere mio figlio e tutti i bambini che subiscono ingiustizie». Mentre il bimbo «ieri ha avuto un crollo emotivo, teme di ritrovarsi solo e tende a colpevolizzarsi. Giovedì e venerdì scorso l’ho mandato comunque a scuola sperando di ricevere le scuse, ma invano. L’hanno definita una bolla di sapone, ma le ripercussioni psicologiche su Francesco sono evidenti. Chiederò conto e ragione agli autori di quest’azione inqualificabile. Sto valutando di trasferirlo in un’altra scuola, ma devo essere certa si tratti di un ambiente in cui il pregiudizio non prevalga sull’inclusione e sulla valorizzazione delle diversità, obiettivi primari della scuola. Non posso provocargli ulteriore sofferenza».

In copertina: immagine di repertorio

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