Filippo Turetta in carcere «ha paura degli altri detenuti». La perizia psichiatrica e lo scontro sul vizio di mente

Oggi il primo interrogatorio. La sorveglianza a vista: «È sconvolto, non parla con nessuno». Ma ha chiesto di proseguire gli studi

Oggi è il giorno dell’interrogatorio di Filippo Turetta. Nel carcere di Montorio a Verona avrà l’opportunità di spiegare cos’è successo l’11 novembre scorso. Le accuse che deve fronteggiare sono sequestro di persona e omicidio volontario di Giulia Cecchettin. Può scegliere anche di rimanere in silenzio davanti alla Gip Benedetta Vitolo, oppure di rilasciare soltanto dichiarazioni spontanee. E mentre il suo nuovo avvocato Enrico Caruso annuncia che non chiederà i domiciliari, ma già dalle prossime ore potrebbe emergere la richiesta di un esame psichiatrico per accertare un vizio parziale o totale di mente. Potrebbe chiederla l’avvocato, la parte civile o l’accusa. La capacità di intendere e di volere è decisiva nell’eventuale pena che gli verrebbe comminata.


L’ergastolo

La perizia si può chiedere anche durante l’udienza preliminare o il dibattimento. L’articolo 85 del Codice Penale dice che nessuno può essere condannato per un reato se nel momento in cui l’ha commesso non era imputabile. E tra le cause di non imputabilità c’è appunto il vizio di mente. L’infermità parziale può portare alla riduzione fino a un terzo della pena. L’ultima decisione spetta in ogni caso al giudice. In discussione ci sono anche le eventuali aggravanti. La procura gli contesta già i motivi abietti e la crudeltà. Ma sotto la lente c’è la possibile premeditazione. Gli elementi sono la scorta di denaro, l’acquisto del nastro adesivo alcuni giorni prima dell’omicidio e il presunto sopralluogo nella zona industriale di Fossò prima dell’appuntamento con Giulia. C’è anche l’ipotesi che gli venga contestato l’occultamento di cadavere, visto che il corpo della 22enne è stato ritrovato in un canalone vicino al lago di Barcis.


L’interrogatorio

Il pubblico ministero Andrea Petroni sarà presente all’interrogatorio. Potrebbe fare alcune domande all’accusato oppure fissare un altro interrogatorio. Intanto Turetta si trova nell’infermeria psichiatrica del carcere di Montorio. Nella stessa sezione di Benno Neumair, che il 4 gennaio 2021 uccise i genitori e gettò i loro cadaveri nel fiume Adige. Turetta è controllato a vista e nel frattempo ha parlato con uno psicologo e un educatore del carcere. Il Corriere della Sera scrive che quando i medici lo riterranno opportuno si trasferirà nella sezione dei sex offender. Lui ha chiesto di vedere i genitori e ha confessato di avere paura. Secondo La Stampa ieri ha chiesto di uscire per l’ora d’aria ed è stato una decina di minuti nel cortile. Gli altri detenuti sono rimasti nelle loro celle. Il suo compagno di cella designato è un detenuto per reati finanziari che uscirà nel 2031.

Le richieste in carcere

Fisicamente Turetta non ha molti problemi, anche se nei giorni scorsi ha preso degli ansiolitici per dormire. Quando cammina nei corridoi gli altri detenuti devono rimanere in cella. Ha chiesto di avere dei libri. E anche di proseguire gli studi: è a tre esami dalla laurea in ingegneria biomedica. Secondo gli altri detenuti si è ritratto davanti ai loro sguardi: «Ha paura». E ancora: «È sconvolto, non parla quasi con nessuno». La sorveglianza a vista serve perché ci sono ancora dubbi che possa farsi del male da solo. L’autopsia sul corpo di Giulia Cecchettin si svolgerà venerdì. Se si concluderà in tempo, già sabato potrebbero svolgersi i funerali della ragazza a Vigonovo. Intanto, fa sapere Il Gazzettino, i Ris dei carabinieri che analizzeranno la Grande Punto nera che si trova ancora in Germania cercano ancora il cellulare e il pc di Giulia.

Il cellulare e il pc di Giulia Cecchettin

Gli oggetti trovati nell’auto includono un coltello, dei guanti e 300 euro in contanti. Mancano il telefono, il pc e una scarpa, mentre nel canalone è stato trovato un libro per bambini che potrebbe essere appartenuto a lei. Nella zona di Fossò sono presenti molti container di rifiuti industriali. L’idea dei carabinieri è che Turetta possa aver gettato lì i cellulare e il pc di Cecchettin. Anche perché nelle registrazioni delle telecamere ci sono due soste non spiegabili subito dopo aver colpito la vittima. Intorno però ci sono anche normali cassonetti, che vengono svuotati periodicamente. Se fossero finiti lì, è probabile che nel frattempo siano stati rimossi.

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