Scandalo a Dubai, il presidente della Cop28: «Rinunciare al petrolio salverà il pianeta? No, ci riporterebbe nelle caverne»

L’Ad della compagnia petrolifera degli Emirati Arabi si sfoga in un incontro online: «Nessuna prova scientifica della necessità di rinunciare ai combustibili fossili»

Partita con aspettative già alquanto basse sui risultati possibili, la Cop28 in corso da giovedì a Dubai è terremotata oggi dalle dichiarazioni del suo presidente Sultan Al Jaber. Che in un incontro online a margine della conferenza avrebbe dato sfogo alle sue reali convinzioni sul tema del cambiamento climatico. Al limite del negazionismo. «Non c’è alcuna base scientifica che indichi che è necessario rinunciare ai combustibilii fossili per mantenere il riscaldamento globale entro 1,5 gradi», ha detto il Sultano ad un evento online organizzato dalla campagna “She Changes Climate”. Lo ha rivelato oggi il Guardian, causando shock tra i partecipanti alla Cop e ai vertici delle istituzioni internazionali impegnate nella lotta al cambiamento climatico. Irritato dal “pressing” della leader della campagna ed ex inviata speciale Onu Mary Robinson, Al Jaber, che guida la società petrolifera degli Emirati Adnoc, sembra aver letteralmente gettato la fragile maschera imposta dalla Cop. Rinunciare ai carburanti fossili non garantirebbe alcuno sviluppo sostenibile, ha insistito il Sultano, «a meno di non voler riportare il mondo nelle caverne». Per gli scienziati che studiano e documentano le evidenze dell’impatto delle emissioni sul clima, affermazioni «estremamente preoccupanti» e «al limite del negazionismo climatico». Dopo le quali pare impossibile non chiedersi come da domani Al Jaber potrà tornare a guidare i negoziati su nuovi ambiziosi traguardi climatici da raggiungere per il pianeta.


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