Crosetto e l’inchiesta su Vannacci: «Grave fuga di notizie. Licenza? L’aveva già chiesta»

Il ministro della Difesa, in una lunga nota, si dice «particolarmente amareggiato per tutte le illazioni che sono circolate da agosto sulla vicenda»

Nuovo ruolo per Roberto Vannacci, nuove polemiche. Lasciato l’Istituto geografico militare, il generale è stato nominato capo di Stato maggiore del comando forze operative. Ma in concomitanza con la diffusione della notizia, si è appreso che l’esercito ha avviato un’inchiesta formale sul militare. Che, ad ogni modo, aveva già chiesto una licenza per motivi famigliari. Da questo intreccio sono nate ricostruzioni, indiscrezioni e accuse che hanno coinvolto anche il governo Meloni e i suoi esponenti. A fare chiarezza sulla vicenda dell’autore del libro Il mondo al contrario è intervenuto oggi, 4 dicembre, Guido Crosetto. Il ministro della Difesa, in una lunga nota, ha ripercorso diverse fasi del caso Vannacci. E si scusa per averlo fatto con un tono burocratico: «Il polverone che solleva ogni singola notizia sulla posizione del generale dell’Esercito italiano richiede, purtroppo, espressioni e formulazioni formali».


Crosetto ha affermato che il generale di corpo d’armata Mauro D’Ubaldi ha notificato a Vannacci l’avvio dell’inchiesta formale – di tipo disciplinare -, prevista dall’articolo 1377 del Codice dell’ordinamento militare. La decisione è stata presa sulla base delle conclusioni dell’inchiesta sommaria, iniziata il 18 agosto e conclusasi il 16 ottobre. A dare l’ok definitivo all’apertura di un’inchiesta formale è stato proprio il ministro della Difesa. «Il capo di Stato maggiore dell’esercito, visti gli esiti dell’inchiesta sommaria, ha proposto al ministro della Difesa l’apertura di un’inchiesta formale per accertare eventuali infrazioni disciplinari. Quindi, anche sulla base della relazione della direzione generale del personale militare, ho accolto la sua richiesta, lo scorso primo dicembre, nominando contestualmente l’ufficiale inquirente, il generale di corpo d’armata Mauro D’Ubaldi». Crosetto ha anche provveduto a individuare un eventuale difensore d’ufficio per Vannacci, qualora il generale non si avvalga di un suo avvocato di fiducia.


Sempre nel tentativo di fare chiarezza, Crosetto ha preso di mira alcuni giornali per come hanno trattato il caso Vannacci. E spiega: «Il generale Vannacci era stato avvicendato, e non “rimosso”, come continuano a scrivere molti organi di stampa, nonostante le mille successive precisazioni, il 21 agosto 2023, per una esplicita decisione del capo di Stato maggiore dell’esercito. Al generale Vannacci, dirigente generale della pubblica amministrazione, è stato dunque assegnato un incarico adeguato al suo ruolo, nella sede di Roma, non essendoci, al momento, alcun provvedimento disciplinare nei suoi confronti. Con l’incarico di capo dello Stato maggiore del comando delle forze operative terrestri, il generale di divisione Vannacci sarà il capo dello staff, in supporto al comandante e al vicecomandante del suddetto comando».

Il ministro della Difesa ha anche chiarito che Vannacci era stato preavvisato del trasferimento già il 22 novembre e che il 28 novembre aveva ricevuto l’ordine. Contestualmente, il generale aveva chiesto una «licenza per motivi familiari». In chiusura, Crosetto ha fatto una reprimenda generale per la diffusione delle informazioni su tutto il caso Vannacci: «Questa fuga di notizie mi consente di ribadire la rigorosa necessità di riservatezza dell’inchiesta, prevista tra l’altro dall’articolo 1050 del Testo unico dell’ordinamento militare, necessità indispensabile in casi come questi. Ho trovato molto grave la fuga di notizie che ha anticipato anche il mio comunicato ufficiale e sono particolarmente amareggiato non soltanto di questo fatto, ma anche di tutte le illazioni che sono circolate da agosto ad oggi su questa vicenda».

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