Padova, l’insulto shock all’arbitra di una partita di basket: «Devi fare la fine di quella di Vigonovo»

Parole che avrebbe pronunciato il padre di uno dei giocatori, riferendosi al caso di Giulia Cecchettin

La tragica storia di Giulia Cecchettin, giovane 22enne uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta, «avrebbe dovuto smuovere le coscienze di tutti ma evidentemente non è stato così»: questo scrive la pagina La Giornata Tipo (460mila follower su Facebook, oltre 100mila su Twitter), rendendo conto in increscioso episodio avvenuto la scorsa domenica, nel corso di una partita di basket giocata in provincia di Padova tra Pallacanestro Camin e Cittadella Brenta Gunners. La gara si disputava tra minorenni, ed era anche arbitrata da una giovane di 17 anni. Proprio a lei il padre di uno dei giocatori si è rivolto affermando: «Devi fare la fine di quella di Vigonovo». Ovvero, di Giulia Cecchettin. Per di più, scrive ancora la pagina social, «prima di questa frase, nessuno è intervenuto quando l’uomo aveva già iniziato da diversi minuti ad offendere l’arbitra. Come se fosse normale. Come se fosse una consuetudine radicata nello sport offendere un arbitro».


Le reazioni

Immediate le reazioni, come ricostruisce Padova Oggi. A cominciare da Roberto Nardi, presidente del Comitato regionale della Fip – Federazione Italiana Pallacanestro, che ha dichiarato: «Quanto accaduto durante la partita è intollerabile e vergognoso. Come regione stiamo ancora vivendo il dolore di quanto accaduto alla povera Giulia Cecchettin ed è inammissibile che in un palazzetto per una partita di Settore Giovanile un adulto si permetta di insultate e minacciare una ragazza minorenne che era l’arbitro della partita. Alla condanna per un gesto increscioso, come movimento valuteremo tutte le possibili azioni da intraprendere perché l’autore di questo terribile episodio possa ricevere un’adeguata sanzione per il suo comportamento. A nome del Comitato Regionale Veneto, vogliamo inoltre esprimere la più totale solidarietà alla ragazza: società, dirigenti, atleti, atlete, arbitri e ufficiali di campo ti sono vicine in questo momento come un’unica grande squadra che ti avvolge nel suo abbraccio». Ha fatto eco il presidente del Comitato Italiano Arbitri regionale, Antonio Florian: «Prima di tutto voglio esprimere la vicinanza di tutto il mondo arbitrale, anche a nome del Commissioner Lamonica, alla nostra giovane arbitro di Padova. In un momento così delicato a livello sociale, questo episodio ci impone di condannare con la massima severità quanto accaduto, in modo particolare perché parliamo di offese pesanti da parte di una persona adulta verso una minorenne. Gli arbitri prima di avere un ruolo in campo, sono persone e come tali è fondamentale un senso di rispetto. Valuteremo assieme a tutte le parti in causa quale soluzione intraprendere al fine di tutelare sia il movimento arbitrale che la stessa ragazza a cui va tutto il nostro affetto e sostegno». Alla condanna si è aggiunto infine Flavio Camporese, presidente del Comitato Provinciale di Padova: «Mi sento in dovere, di sollecitare l’intervento di ogni carica societaria, per prevenire e arginare tutti quei comportamenti in contrasto con i Principi del Codice Etico che la Federazione ha adottato da tempo e che ogni Società affiliata ha il dovere di far osservare a tutte “le persone che operino in nome e per conto della Federazione”, ricordando che ognuno di noi ha un ruolo importante nella parte sociale».


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