Consiglio europeo, Meloni ottimista sul Patto di stabilità: «Partita aperta grazie alla serietà dell’Italia» – Il video
E’ la parte non all’ordine del giorno del Consiglio europeo che si apre tra due giorni a Bruxelles, quella più delicata per l’Italia. E per questo motivo, Giorgia Meloni, nelle rituali comunicazioni alla Camera (e domani al Senato) in vista del Consiglio parte proprio da lì, dalla riforma del Patto di stabilità la cui definizione è stata rimandata ad un nuovo Ecofin, la prossima settimana ma che sarà affrontata comunque durante il Consiglio. «Ci adoperiamo per un accordo pragmatico, per conciliare la serietà sui conti e il sostegno alla crescita e agli investimenti. Non è stato così fino ad oggi, non possiamo permetterci che continui ad essere così da domani», dice subito Meloni. «Se nonostante una trattativa difficilissima la partita» sul Patto «è ancora aperta e l’accordo finale posticipato» a una nuova riunione è «perché a Bruxelles tutti riconoscono che la posizione italiana è sostenuta da una politica di bilancio seria che anche oggi voglio rivendicare», aggiunge ringraziando il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.
La premier elenca quindi i dati a sostegno di questa fiducia da parte dell’Europa nei confronti di Roma. «L’Italia eredita il Superbonus» che è un «macigno sui conti» ma «si presenta con le carte in regola»: «E’ una nazione virtuosa, lo testimonia l’avanzo primario, lo dimostra il sistema pensionistico fra i più equilibrati d’Europa. Il tutto accompagnato da dati macroeconomico stabili, soddisfacenti, da un mercato del lavoro che sta registrando dati record, da una borsa che dal 2023 sta facendo registrare la maggiore performance d’Europa, dallo spread sotto controllo». Infine la rimodulazione del Pnrr, «grazie al ministro Fitto». Insomma, dice Meloni, «non possiamo non esprimere soddisfazione sul fatto che l’ultima bozza, che prevede che il rientro dello 0,5% annuo dal deficit escluda una serie di investimenti. Grazie all’Italia si afferma un principio di coerenza tra le politiche dell’Unione e le politiche di bilancio che devono accompagnare quelle politiche».
In ambito di politica estera, Meloni parla sia del fronte palestinese sia di quello ucraino. «Una delle nostre priorità è evitare che l’Autorità nazionale palestinese si indebolisca ulteriormente, perché si tratta di un’entità essenziale per qualsiasi dialogo post-bellico. È un imperativo per questo rafforzare il nostro sostegno all’Autorità. La migliore risposta all’inaccettabile violenza di Hamas deve essere un nuovo impulso politico verso la soluzione dei due Stati», dice. Riguardo a Kiev e più in generale all’allargamento dell’Ue che coinvolgerebbe anche la Moldavia e la Georgia, la presidente del Consiglio afferma: «Il governo sostiene con convinzione la raccomandazione della Commissione europea di aprire i negoziati per l’adesione di Ucraina e Moldova, due Nazioni europee pesantemente colpite dalla ingiustificabile guerra scatenata dalla Russia e da minacce di lunga data alla propria integrità territoriale. Condividiamo allo stesso modo la raccomandazione di concedere lo status di candidato alla Georgia».
Meloni garantisce che l’Italia continuerà a sostenere l’Ucraina nella risposta all’aggressione di Mosca. E rivendica il risultato militare di Kiev nel respingere l’avanzata russa: «La realtà dice che siamo arrivati al 656esimo giorno di una guerra che, nelle intenzioni di chi la muoveva, doveva essere un’operazione speciale di tre giorni per annettere l’intero territorio ucraino. In questi 656 giorni la Russia è riuscita a invadere solo l’11% del territorio ucraino e oggi non controlla neppure per intero le quattro regioni che ha dichiarato di aver annesso e questo a un prezzo ingentissimo di vite, di soldati e in termini di mezzi». E conclude: «Io penso che l’Ucraina abbia già vinto questa guerra perché ha reso impossibile la conquista russa dell’intero territorio nazionale e lo ha fatto grazie a un’incredibile dimostrazione di coraggio, grazie a un’incredibile dimostrazione di amor di Patria, ma anche grazie anche al sostegno dei liberi popoli occidentali che non si sono rassegnati ad un futuro in mano ai despoti e ai tiranni».
Video: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev