Chi era Antonio Juliano, l’ex bandiera del Napoli morto a 80 anni: 12 anni da capitano, poi portò Maradona in azzurro

Soprannominato Totonno, ha vestito la maglia del club partenopeo per 22 anni, dalle giovanili alla prima squadra: è stato il primo napoletano convocato in Nazionale

Una vita, e tante storie, in azzurro: Antonio Juliano, prima calciatore e poi dirigente del Napoli, è morto alla soglia degli 81 anni. Totonno, così era stato ribattezzato affettuosamente dai tifosi e dai compagni di squadra, era nato nel 1942 a San Giovanni a Teduccio e aveva iniziato a calciare il pallone per le strade della città. A soli 14 anni era stato notato da un osservatore del club partenopeo che lo aveva preso per il settore giovanile. E così Totonno ha iniziato la sua carriera al Napoli, con l’esordio in prima squadra sei anni più tardi nel 1962. Diciassette stagioni in azzurro, dodici delle quali con la fascia da capitano al braccio: il centrocampista colleziona 394 presenze e 26 gol, giocando con campioni quali Omar Sivori e José Altafini, Dino Zoff e Cané. Juliano con il Napoli vince due Coppa Italia nel 1962. Nel 1976, una Coppa delle Alpi nel 1966 e una di Lega Italo-Inglese dieci anni più tardi. Con gli azzurri centra anche due secondi posti e tre terzi posti, prima di salutare la squadra di cui è stato bandiera per disputare un’ultima stagione al Bologna.


La Nazionale e Maradona

Un altro pezzo di storia per il Napoli Juliano l’ha scritto con la sua prima convocazione con la Nazionale Italiana: fu il primo napoletano a indossarla. Con orgoglio, e anche con successo. Furono 18 le presenze collezionate con gli Azzurri, colore che ha inequivocabilmente segnato la sua carriera, che gli valsero anche l’Europeo conquistato nel 1968 e giocato “in casa”. Con la Nazionale ottenne la convocazione in tre Mondiali diversi, Inghilterra 1966, Messico ’70 e Germania ’74. Nell’esperienza americana, disputò anche 16 minuti della finale persa con il Brasile di Pelè. Ma conclusa la sua carriera da calciatore, il Napoli continuò a essere al centro della sua vita professionale. Tornò infatti come dirigente sportivo, nelle vesti di direttore generale. Fu il protagonista dell’arrivo dell’olandese Ruud Krol nel 1980 e, quattro anni più tardi, dell’inizio della leggenda al Napoli di Diego Armando Maradona, superando le resistenze del presidente Corrado Ferlaino sui costi dell’operazione. Nel 1985 lasciò la società per tornare come direttore generale nel 1998, con la squadra in B. «È una delle giornate più brutte della storia del Napoli e dei suoi tifosi», il ricordo della società, «si è spento Antonio Juliano, che per due decenni è stato “il Napoli”. Per coloro che non lo abbiano conosciuto vale la pena farsi raccontare chi sia stato e cosa abbia rappresentato per la nostra città. Ciao, Totonno!»


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