Marsala, la mamma che ha denunciato il fidanzato della figlia: «Era plagiata da lui, ora mi ringrazia»

«Non si truccava più perché lui la accusava di essere troppo provocante»

La mamma di Marsala che ha denunciato il fidanzato della figlia per stalking non si sente «coraggiosa». Dice di aver fatto soltanto il suo dovere. Il ragazzo è indagato e il tribunale ha deciso per lui e per lei di imporre il braccialetto elettronico. E ha imposto a lui di stare almeno a 300 metri da lei. Lei dice che è andata a denunciare perché «non sopportavo più di vedere mia figlia in quello stato. Dovevo fare qualcosa». La 16enne, secondo la madre, si è trasformata: «Prima era tranquilla, spensierata. Andava a scuola, usciva con le amiche, da quando ha cominciato a frequentarlo tutto è cambiato. Non si truccava più, aveva modificato il modo di vestirsi perché lui l’accusava di essere troppo provocante, non uscivano perché lui sosteneva che non fosse necessario frequentare altri. L’estate scorsa non sono mai andati al mare, lui non voleva», dice in un’intervista al Corriere della Sera.


Comportamenti anomali

La madre parla di comportamenti anomali. Anche con la scuola: «Non aveva più la serenità per studiare. Lui la obbligava a mandargli messaggi ogni cinque minuti per avere la prova che fosse a lezione». La dirigente scolastica era «agitata. Lui la tormentava. Pretendeva sempre che gli raccontasse dei vecchi fidanzati. Doveva fargli anche videochiamate a tavola per dimostrare che fosse con noi a pranzo». Le ha vietato un appuntamento dal cardiologo «perché non voleva che a visitarla fosse un uomo». E doveva filmarsi durante il tragitto da scuola a casa per farlo stare tranquillo. A lei il ragazzo ha sempre risposto «in modo offensivo. Mi ha anche minacciato. Mi sono rivolta ai suoi, la madre mi ha detto che erano questioni da risolvere tra ragazzi. Ma per me questo non è amore, è solo possesso», dice nel colloquio con Laura Sirignano.


La decisione giusta

La madre dice che la figlia non capiva: «Era totalmente plagiata da lui». Ha denunciato perché «era l’unica cosa da fare». Ora ha paura, dice, ma non di lui: «Ho temuto di poterla perdere, ho temuto che non avrebbe capito. E all’inizio le cose non sono state facili. Lei mi rimproverava di averli allontanati, ma ho tenuto duro. La sua felicità viene prima anche del nostro rapporto: io ero sicura che con lui non sarebbe mai stata felice». Ma adesso le cose sono cambiate: «C’è voluto un po’ ma si è resa conto che era la decisione giusta. Lui non la può avvicinare, gli hanno imposto il braccialetto elettronico e per verificare che mantenga la distanza di 300 metri anche lei deve indossare un dispositivo di controllo. Da un po’ è molto più serena. Finalmente ci siamo riprese la nostra vita».

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