Corte Costituzionale, Augusto Barbera e le donne «impazienti». Polemiche sui social

Critiche verso il neopresidente della Consulta che nel punto stampa ha ricordato le battaglie sui diritti finora conquistati e i «tempi che vanno rispettati»

Polemiche sul neo presidente della Corte costituzionale Augusto Antonio Barbera. Ha usato il termine «impazienti» rivolgendosi alle donne nella richiesta di parità di genere e norme più efficaci contro la violenza. Del caso ne parla Repubblica sottolineando come Barbera sia stato deputato del Pci prima e del Pds poi, di sinistra. Al punto stampa fatto dopo l’elezione alla Consulta il giurista ha ricordato le battaglie vinte, anche attraverso sentenze della Corte Costituzionale. E poi dichiara: «Lo dico in particolare a molte donne impazienti, che nell’auspicare nuovi traguardi, non bisogna dimenticare quelli che sono stati i progressi fatti. Non bisogna dimenticare tutto ciò che è stato fatto. Da quello che è stato fatto si ha la possibilità di avere ulteriori progressi, ma sapendo che la strada è importante con tempi che vanno rispettati».


Le reazioni

«Già ci hanno tolto il reato di adulterio che altro vogliamo? Manco abbiamo ringraziato per il diritto di voto del 1948. E ma siamo impazienti noi», «Agghiacciante» sono alcuni dei commenti in rete. Liana Milella su Repubblica sottolinea l’indignazione di una magistrata ricevuta via Whatsapp: «Direi che sono impaziente e un po’ allibita all’idea che il presidente della Corte costituzionale parli di “tempi” da rispettare. Per cosa? Per riconoscere l’uguaglianza di cittadini e cittadine??? Inconcepibile». Milella ha poi cercato di interpretare la parola “impazienti”. «Non andrebbe letta dunque come un invito tout court – scrive – ma come l’esortazione a tenere conto anche dei progressi che ci sono stati a favore del mondo femminile, quelli che nella stessa sala dove parla Barbera sono stati ricordati dalla prima presidente donna della Consulta, Marta Cartabia, che lo diventava l’11 dicembre del 2019, pronunciando la frase – “è caduto il tetto di cristallo che impediva alle donne di giungere a questo ruolo”». Barbera ragiona da professore di diritto costituzionale: «In questi casi nessun giudice può muoversi da solo, neanche la Corte può farlo, ma nessuna maggioranza politica può prescindere dai giudici».


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