Chiara Ferragni e l’affare sui pandori Balocco, ora il Codacons alza il tiro: «Truffa aggravata, lunedì la denunciamo in 104 procure»

La mossa dell’associazione a tutela dei consumatori dopo la multa dell’Antitrust da 1 milione di euro per pratiche commerciali scorrette

Non c’è pace per Chiara Ferragni e i suoi pandori griffati della Balocco. Dopo essere stata multata dall’Antitrust per un milione di euro per pratica commerciale scorretta, ora l’influencer è nel mirino del Codacons, che annuncia per lunedì la presentazione di un esposto a ben 104 procure di tutta Italia affinché venga aperta un’indagine penale «per truffa aggravata a seguito della sanzione inflitta dall’Antitrust». Ad annunciarlo è l’Adnkronos. Il motivo per cui l’arcinota influencer è finita nel mirino delle autorità per i consumatori risiede nel contenuto dei messaggi utilizzati dal team dell’iniziativa benefica per pubblicizzare la vendita dei pandori Balocco targati Ferragni. La donazione promessa all’Ospedale Regina Margherita di Torino era stata fatta mesi prima dell’avvio delle vendite, eppure ciò che veniva fatto passare ai consumatori è che comprando il dolce natalizio stessero direttamente contribuendo a una donazione. Il tutto ponendo un prezzo più alto del solito: il pandoro Pink Christmas, infatti, è stato venduto a oltre 9 euro, anziché a 3,70 euro.


«Hanno sfruttato i bimbi malati di cancro»

Ma non solo. Il Codacons sottolinea come nei messaggi pubblicitari dell’iniziativa «vi sono espressioni dirette ad avvalorare la circostanza che la Signora Chiara Ferragni in prima persona avesse contribuito all’iniziativa benefica. I documenti istruttori, al contrario, dimostrano la circostanza, non smentita, che la donazione pubblicizzata attraverso le confezioni del Pandoro ‘griffato’ e gli altri messaggi è stata fatta dalla sola società Balocco, senza alcuna partecipazione delle società Fenice e TBS Crew, né della Signora Chiara Ferragni». Senza contare che è trapelata una mail di un dipendente della Balocco in cui afferma: «Mi verrebbe da rispondere al team Ferragni: “In realtà le vendite servono per pagare il vostro cachet esorbitante”». Per il Codacons non ci sono dubbi: «Riteniamo gravissimo sfruttare un tema delicato come i bambini malati di cancro e la beneficenza per attività commerciali tese unicamente a determinare guadagni per società private», dichiara l’associazione. Il Codacons ha inoltre chiesto alla Guardia di Finanza di sequestrare i conti delle società legate a Ferragni.


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