Ue, via libera al nuovo Patto di Stabilità: anche l’Italia dà l’ok. Giorgetti: «Accordo sostenibile per il Paese, nonostante aspetti negativi»

Francia e Germania brindano al varo del nuovo quadro di regole economiche. Gentiloni: «Ora avanti col lavoro perché entri in vigore in primavera»

I Paesi membri dell’Ue hanno raggiunto l’intesa sul nuovo Patto di stabilità. È il risultato di una lunga maratona negoziale condotta negli scorsi mesi dalla presidenza spagnola del Consiglio, conclusasi oggi con una riunione in videoconferenza dei ministri dell’Economia dei 27. Anche l’Italia, che fino all’ultimo ha mantenuto forti riserve sull’accordo spinto soprattutto dall’asse Francia-Germania, ha infine dato dunque il suo assenso, in «spirito di compromesso», hanno fatto sapere fonti di governo. E il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti stesso poco più tardi ha confermato di aver valutato positivamente il pacchetto d’insieme, pur mantenendo alcune riserve. Nel nuovo Patto di stabilità «ci sono alcune cose positive e altre meno», ha detto l’esponente della Lega, aggiungendo che «l’Italia ha ottenuto però molto e soprattutto quello che sottoscriviamo è un accordo sostenibile per il nostro Paese, volto da una parte a una realistica e graduale riduzione del debito, dall’altra agli investimenti, specialmente del Pnrr, con spirito costruttivo». Si attende ora di conoscere i contorni esatti del nuovo quadro di governance economica che regolerà il coordinamento delle politiche di bilancio dei Paesi Ue, dopo che il vecchio Patto era stato sospeso e di fatto mandato in archivio con l’esplosione della pandemia nella primavera 2020.


Parigi, Berlino e Madrid mettono il cappello sull’accordo

Ad annunciare ufficialmente l’accordo è stata nel tardo pomeriggio la presidenza spagnola, parlando di un altro «risultato storico» ottenuto nel semestre (e nello stesso giorno in cui è arrivato l’ok a un altro dossier in bilico da mesi, quello del Patto su migrazioni e asilo). Il nuovo quadro di regole che hanno scelto oggi di darsi i Paesi Ue, per Madrid, è «realistico, equilibrato e adatte alle sfide presenti e future». «L’accordo sulle nuove regole fiscali è una notizia importante e positiva. Darà certezza ai mercati finanziari e rafforzerà la fiducia nelle economie europee», ha fatto eco al tweet del suo staff la vicepremier e ministra dell’Economia spagnola Nadia Calviño, che ha condotto i negoziati negli ultimi 6 mesi e che dal prossimo 1° gennaio 2024 assumerà il nuovo incarico di presidente della Banca europea degli investimenti. Tra i primi a celebrare il via libera all’intesa è stato poi il ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner, che ha spinto per mesi perché la maggior flessibilità per il rientro dal debito/deficit eccessivo dei Paesi fosse compensato da parametri chiaramente identificabili e misurabili. «Le nuove regole di bilancio per i Paesi membri dell’Ue sono al contempo più realistiche ed efficaci», ha scritto soddisfatto su X il leader dei liberali tedeschi, in quanto «combinano cifre chiare per il rientro su deficit e rapporto debito/Pil con incentivi per investimenti e riforme strutturali». A stretto giro è arrivata la celebrazione dell’intesa anche da parte della principale controparte di Lindner nelle ultime settimane, il ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire. «Dopo due anni di negoziati abbiamo raggiunto un accordo storico a 27 sulle nuove regole del Patto di stabilità e crescita. È un’ottima notizia per la Francia e per l’Europa perché garantirà la stabilità finanziaria e il buon andamento dei conti pubblici in tutta Europa negli anni a venire», ha detto Le Maire in un video messaggio diffuso, sottolineando come «per la prima volta da 30 anni questo Patto riconosce l’importanza degli investimenti e delle riforme strutturali».

Gentiloni richiama i governi: «Ora avanti col lavoro per consentire l”ingresso in vigore in primavera»

Il commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni, che aveva sovrinteso all’elaborazione della proposta di nuovo Patto presentata oltre un anno fa dalla Commissione, ha brindato anch’egli all’intesa, ma ha voluto richiamare anche alle tappe che ancora restano davanti per i Paesi Ue per consentire che le nuove regole entrino quanto prima in vigore. «L’accordo è una buona notizia per l’economia europea, ma il viaggio non è ancora finito. A gennaio dovremo passare alla fase successiva, quella dei triloghi, e ho fiducia che lo stesso spirito di costruttivo e di compromesso che ci ha portato al risultato di successo di oggi ci guidi ad una positiva conclusione delle tappe finali», ha detto Gentiloni, sottolineando come l’obiettivo sia ora quello di lavorare perché il nuovo Patto possa entrare formalmente in vigore nella primavera del 2024 «Non c’è tempo da perdere», ha spronato i governi parlando in conferenza stampa a fianco dell’altro vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis.

La soddisfazione di Palazzo Chigi: «Un compromesso di buon senso e migliorativo per l’Italia»

Soddisfatta dell’intesa anche la premier Giorgia Meloni, con Palazzo Chigi che in una nota ufficiale parla di «compromesso di buon senso» e «migliorativo per l’Italia» rispetto alle condizioni del passato. Un risultato positivo, dunque, che permette anche al governo italiano di cantare vittoria. «Grazie a un serio e costruttivo approccio al negoziato – prosegue la nota della presidenza del Consiglio – l’Italia è riuscita, non solo nel proprio interesse ma in quello dell’intera Unione, a prevedere meccanismi graduali di riduzione del debito e di rientro dagli elevati livelli di deficit del periodo Covid. Inoltre, si terrà conto degli investimenti del PNRR e dei maggiori costi sugli interessi causati dall’innalzamento dei tassi di interesse da parte della Bce e le spese per la difesa saranno considerate separatamente in quanto fattori rilevanti». Certamente qualche delusione rimane, a partire dalla «mancata automatica esclusione delle spese in investimenti strategici dall’equilibrio di deficit e debito da rispettare». Una battaglia, insiste Palazzo Chigi, «che l’Italia intende comunque continuare a portare avanti in futuro».

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