Caso Balocco-Ferragni, il consiglio dell’esperto di social: «Rischia di perdere altri contratti nel 2024»

Dopo l’addio di 100mila follower attivi e la fine della collaborazione con Safilo per la multa Antitrust, Alex Orlowski spiega cosa dovrebbe fare ora l’influencer

Ha perso centomila follower attivi, interrotto la collaborazione Safilo e innervosito gli altri partner, mentre il video di scuse non ha convinto e si moltiplicano i commenti negativi sotto ai suoi post. La multa da 1 milione di euro dell’Antitrust sul caso del pandoro Balocco e sulla campagna benefica a favore dell’ospedale Regina Margherita di Torino ha messo a dura prova l’immagine di Chiara Ferragni. E ha dimostrato le difficoltà del suo staff a gestire un momento di crisi per l’influencer e imprenditrice. Ora anche i magistrati si stanno occupando della vicenda, che si allarga alle uova di Pasqua, e l’influencer deve correre ai ripari per rassicurare le aziende con cui collabora e ribaltare la narrazione intorno a questo caso per salvare la sua immagine, costruita in questi anni sui social. Il personaggio Ferragni su Instagram può contare su 30 milioni di follower. Eppure bastano 100mila follower in meno per aprire una voragine. Lo spiega a Mow Magazine l’esperto di social network e strategie di marketing Alex Orlowski. «Sono tanti perché sono follower estremamente attivi», ha detto nell’intervista, «Ferragni vive di social, mentre Fedez non vive di questo ma della sua fama televisiva, delle sue apparizioni e della sua musica. In ogni caso, hanno entrambi perso dei followers, ma soprattutto Ferragni che ne ha persi circa 100mila, ma si tratta di follower veramente attivi, perché tutti gli altri che ha sono dormienti».


Numero di follower? «Metrica vecchia»

Orlowski ha spiegato che il solo numero di follower è una «metrica vecchia», le aziende sempre più si orientano verso i micro-influencer, che hanno un elevato tasso di engagement. Il ragionamento è questo: non conta quanti follower hai, ma quanti di questi sono attivi sul tuo profilo, commentano, salvano il post, lo condividono, fanno acquisti attraverso di esso. Vengono quindi realmente “influenzati” da quello che viene condiviso. Le aziende sempre più vogliono intercettare quei content creator che si rivolgono a una specifica nicchia, coprono un certo settore e hanno un vivace rapporto con i loro follower, che li seguono perché interessati alle tematiche del creator. «Il 40% degli account su Instagram o non sono più usati o sono molto sospetti, creati apposta da certe aziende pirata per vendere interazioni e farsi pagare», sottolinea Orlowski, spiegando così perché guardare solo al numero di follower ha poco senso. E perché l’addio di 100mila follower attivi da un profilo che ne conta 30 milioni è comunque un duro colpo per Ferragni.


Il consiglio di Orlowski

Secondo l’esperto, la crisi è stata gestita malamente dai consulenti di Ferragni. «Le situazioni di crisis management vanno gestite ma ci vuole sempre la massima trasparenza e lei questa trasparenza sembra non averla, dato che è già emersa una seconda questione, quella delle uova di Pasqua», aggiunge Orlowski, secondo il quale l’influencer rischia di perdere altri contratti dopo quello a cui ha messo fine Safilo. «Alcuni contratti obbligano a un certo tipo di morale e di etica da parte degli influencer», dice Orlowski, «qualunque azienda sta molto attenta al fatto che l’influencer non abbia poi ripercussioni negative sul proprio brand, e lei in questo momento sta dando ripercussioni negative alle aziende che sono legate alla sua figura. Safilo ha annunciato la fine del rapporto, forse perché è quotata in borsa, ma vedrete che gli altri contratti che non rinnoverà non si sapranno». E qual è il consiglio per superare la tempesta? «Di stare zitti ed eclissarsi per almeno una settimana, se non due. Teniamo conto che c’è anche una gran parte dei loro follower che sono stranieri o che comunque sono persone molto molto giovani, per cui non capiranno del tutto questo fatto. Motivo per cui lei, a differenza di altri contenuti che traduce in inglese, ha messo il video solo in italiano», una strategia già messa in atto considerando che Ferragni non ha pubblicato più nulla dal video di scuse, cinque giorni fa.

L’analisi sul profilo di Ferragni

Orlowski aggiunge poi una considerazione sullo stato di salute del profilo Instagram dell’imprenditrice. «Pubblicai anni fa un articolo in cui spiegavo che il 36% dei follower della Ferragni erano sospetti, ma questa è una cosa abbastanza comune, perché comunque tutti gli influencer non possono far vedere che perdono followers o che diminuiscono», ricorda l’esperto, «avevamo analizzato dal suo profilo 5 milioni di followers: fu un’analisi enorme, fatta per delle aziende di moda italiana. Dire che il 26.5% dei suoi follower sono falsi non è corretto: molti sono sono account duplicati che la gente apre per seguire la star di turno che gli interessa. Altri follower sicuramente sono sospetti e sono i famosi bot, altri hanno anche interazioni automatiche. Quindi decidere quanti siano effettivamente, in modo preciso, gli account “dormienti” è complesso».

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