Il cardinale Zuppi sugli aiuti alle Ong: «Dovere di tutti salvare vite: perché non sono complici degli scafisti». E sul presepe: «Sbagliato imporlo»

Il presidente della Cei su Luca Casarini e le intercettazioni sui fondi della Chiesa alla Ong Mediterranea: «È cambiato, fa delle cose per la vita, perché non dargli fiducia?»

«Se le Ong sono complici degli scafisti, allora lo sono tutti quelli che salvano i profughi in mare, a iniziare dalla Guardia Costiera che compie il 95 per cento dei salvataggi» dice il cardinale Matteo Zuppi al Corriere della Sera. Intervistato da Aldo Cazzullo, il presidente della Cei commenta il caso dell’inchiesta sulla Ong Mediterranea e le intercettazioni diffuse da La Verità di Luca Casarini su donazioni arrivate anche dalla Chiesa. Alla domanda se Casarini possa aver tradito la buonafede di chi gli ha fatto donazioni anche nella Chiesa, Zuppi risponde: «Casarini ha dato querela ai suoi accusatori. Vedremo come va a finire. Alcune diocesi hanno aiutato la sua Ong, in misura peraltro molto limitata in confronto al bilancio dell’associazione. Lui ha presentato tutti i rendiconti. Nel nostro mare affogano migliaia di donne e neonati, e il problema secondo lei è Casarini?». Sul cambiamento dell’ex leader del movimento No Global, il cardinale è fiducioso: «È cambiato, fa delle cose per la vita, perché non dargli fiducia? Non per questo siamo ingenui». Certo quella fiducia sembra essere un po’ mal riposta rispetto a quanto emerso dalle intercettazioni. Ma Zuppi insiste che sono state pubblicate solo parzialmente ed è certo che «la magistratura farà chiarezza».


«Guai a criminalizzare l’umanitario!»

Il punto fermo, secondo il capo della Cei, è che finanziare le Ong impegnate nei salvataggi in mare non è un aiuto al traffico di esseri umani. E ricorda come quasi tutti i salvataggi finora sono stati fatti dalla Guardia costiera: «Guai a criminalizzare l’umanitario! – dice Zuppi – Se ci fossero responsabilità o connivenze, è bene che siano condannate. Altrimenti cercherei e indicherei i veri scafisti, come ha sempre fatto il nostro giornale, Avvenire, con grande coraggio». A proposito poi della posizione di Papa Francesco e del rischio che possa essere distante rispetto all’opinione pubblica, il cardinale tiene il punto: «II cristiani, ma direi tutte le persone, devono fare il possibile per salvare le vite umane. Un solo morto in mare è una sconfitta per tutti. Che prezzo ha? Poi piangiamo come per Aylan e non facciamo nulla? Francesco non ha mai detto: dovete accogliere tutti. Ha detto: gestite il fenomeno, ma non nei lager, come in Libia, o neanche in centri di raccolta dove re- stano anni senza fare nulla. Il fenomeno va gestito aiutando sia a partire con i corridoi uma- nitari, sia a restare: motivo per cui la Chiesa italiana investe 80 milioni l’anno per progetti di sviluppo in Africa».


Il presepe obbligatorio

A proposito invece delle polemiche scatenate dalla proposta di legge di Fratelli d’Italia, che vuol vietare di vietare il presepe nei luoghi pubblici, comprese le scuole, il presidente della Cei spiega: «Non vorrei che il presepe, che è bellissimo e umanissimo così com’è, pieno di umano e divino e che è già per tutti, diventasse antipatico e divisivo. A volte con la giusta preoccupazione dell’accoglienza pensiamo che questa significhi nascondere la storia, i tratti della nostra casa».

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