Chiara Ferragni rischia la frode in commercio. Ecco perché sarà decisiva per la procura di Milano la sua comunicazione sul caso del pandoro Balocco

Dopo il fascicolo seguito dall’aggiunto Eugenio Fusco anche Cuneo e Prato aprono il caso, per ora solo a livello conoscitivo

Chiara Ferragni potrebbe aver avuto un ruolo attivo sulla vicenda del pandoro griffato Balocco, che ha portato alle megasanzioni dell’Antitrust verso le due società a lei collegate. Oggi il Corriere della Sera riporta che nella documentazione, che la Guardia di Finanza ha raccolto su delega del procuratore aggiunto di Milano Eugenio Fusco, che guida il dipartimento che si occupa delle frodi in commercio, si cerca di far luce sulla strategia comunicativa adottata da Ferragni. Secondo l’Antitrust, la Fenice srl, che gestisce l’immagine dell’influencer, ha «sostanzialmente imposto» alla Balocco la linea da tenere per la comunicazione dell’operazione e di fare un comunicato stampa in cui si legavano le vendite dei dolci alla donazione ad un ospedale di Torino, donazione fatta prima dalla Balocco stessa con 50 mila euro. La Tbs Crew srl, che cura i social dell’imprenditrice, avrebbe invece lasciato intendere che l’influencer attiva nel progetto benefico. Il procuratore Fusco deve capire se la violazione amministrativa sanzionata dall’Antitrust sia frode in commercio o meno. Perché in tal caso gli esposti di Assourt e Codacons passeranno da un «modello 45», quello in cui non ci sono indagati a modello 21, con le persone indagate con le relative ipotesi di reato. Le Fiamme Gialle dovranno identificare chi ha lavorato nell’operazione Balocco e in quella delle uova pasquali della Dolci Preziosi di Corato. Non è esclusa nemmeno una convocazione, sia di Ferragni che dei suoi collaboratori in procura. E sempre a proposito di procure Milano è stata la prima ad aprire un fascicolo dopo i 104 esposti di Codacons e Assourt. Poi è stata la volte delle procure di Prato e Cuneo , che hanno aperto un fascicolo conoscitivo.


Leggi anche: