Iran, l’Isis rivendica l’attentato al mausoleo di Qassem Soleimani

Nella doppia esplosione tra i pellegrini a Kerman sarebbero morte almeno 84 persone, altre 284 ferite

L’Isis ha rivendicato la responsabilità dell’attentato compiuto ieri al mausoleo del generale Qassem Soleimani di Kerman, in Iran. Due bombe esplose a breve distanza hanno provocato la morte accertata di 84 persone, secondo il bilancio aggiornate della strage, e il ferimento di altre 284. La folla di pellegrini stava avanzando verso la tomba di Soleimani nel giorno del quarto anniversario della sua uccisione, in un raid mirato compiuto dagli americani (sotto la guida di Donald Trump) il 3 gennaio del 2020. A diffondere per primo la rivendicazione dell’attentato da parte dell’Isis è il sito della Magistratura iraniana Mizan. Nelle prime ore dopo la strage erano circolate molte ipotesi e nessun conferma sulla matrice dell’attacco, e le autorità di Teheran hanno genericamente promesso che «i responsabili saranno identificati e puniti». A stretto giro, onde fugare dubbi e il possibile aggravarsi della crisi regionale, era stato il Dipartimento di Stato ad affermare che gli Usa «non sono coinvolti in alcun modo» in quanto accaduto, e «non c’è ragione di pensare» che Israele lo sia.


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