Brasile, muore a 92 anni Mario Zagallo: il campione che vinse i Mondiali da giocatore e allenatore

Come Beckembauer e Deschamps: «Un idolo gigante»

Il mondo del calcio piange la scomparsa di Mario Zagallo, leggenda del calcio brasiliano e campione del mondo per ben 4 volte, sia da giocatore (nel 1958 in Svezia e nel 1962 in Cile) che da allenatore. Se n’è andato all’età di 92 anni, secondo quanto annunciato sul suo profilo Instagram ufficiale, che lo ricorda così: «Un padre devoto, un nonno amorevole, un suocero affettuoso, un amico fedele, un professionista di successo e un grande essere umano. Idolo gigante. Un patriota che ci lascia un’eredità di grandi conquiste. Ringraziamo Dio per il tempo che abbiamo potuto trascorrere con voi e chiediamo al Padre di trovare conforto nei bei ricordi e nel grande esempio che ci lasciate».


Biografia

Zagallo nacque il 9 agosto 1931 a Maceió, nel nord-est del Paese, da una famiglia di origini libanesi e italiane. La sua carriera iniziò nel 1948, con il piccolo club America di Rio de Janeiro, per poi giocare otto stagioni con il Flamengo e sette con Botafogo. La fama però esplose nel maggio 1958, con la vittoria del suo primo trofeo Jules Rimet all’età di 27 anni. «Zagallo è come un fratello per me. Quando arrivammo in Svezia per i Mondiali del 1958, avevo 17 anni ed ero il membro più giovane della squadra e Zagallo, insieme a Zito e Gilmar, mi preseri sotto la loro protezione», ha raccontato Pelé nell’agosto 2013, in occasione dell’82esimo compleanno di Zagallo. Il campione appese le scarpe al chiodo nel giugno 1964, ma non lasciò il calcio: continuò a frequentarlo nelle vesti dell’allenatore.


I record

Soprannominato Il professore, Zagallo dalla panchina ha poi portato la Seleçao alla vittoria della coppa del Mondo nel 1970 in Messico ed è stato vice allenatore durante i mondiali del 1994 negli Stati Uniti. Vestì nuovamente i panni dell’allenatore nel 1998, quando il Brasile di Ronaldo perse 3-0 allo Stade de France contro i Blues del capitano Didier Deschamps. Solo il leggendario tedesco Franz Beckenbauer (1974 da giocatore e 1990 da allenatore) e Deschamps, dopo la vittoria dei Blues in Russia nel 2018, sono riusciti a imitarlo.

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