Chi è Aniello Donnarumma, il sindaco di Palma Campania ai domiciliari per corruzione

Il 38enne primo cittadino del comune napoletano, coinvolto in un’indagine per presunte irregolarità negli appalti, è iscritto a Fratelli d’Italia ed è al suo secondo mandato

Il sindaco di Palma Campania, nel Napoletano, è finito agli arresti domiciliari nell’ambito di una indagine su presunte irregolarità negli appalti comunali. Diciannove in tutto gli indagati, otto dei quali destinatari di misure cautelari tra i quali due dipendenti comunali e cinque imprenditori. La Procura di Nola ipotizza i reati di corruzione, turbata libertà degli incanti, falso in atto pubblico, depistaggio e subappalto non autorizzato. Il Gip ha emesso l’ordinanza di applicazione delle misure: due arresti domiciliari, tre divieti di dimora e tre divieti di concludere accordi con la Pubblica amministrazione per la durata di 12 mesi. Gli inquirenti sostengono che diversi appalti di lavori, servizi, forniture come la manutenzione stradale, la cura delle aree verdi, la ristrutturazione di plessi scolastici, il carotaggio per la bonifica di siti inquinati, siano stati pilotati per favorire alcune ditte, in cambio di denaro o altro. Una delle ipotesi della Procura è che gli imprenditori coinvolti abbiano anche assunto alcuni individui segnalati dagli uffici comunali in cambio di un presunto tornaconto elettorale.


Chi è il sindaco «Nello» Donnarumma

Aniello Donnarumma è il sindaco della cittadina di Palma Campania, 16mila abitanti a sud-est di Napoli, finito agli arresti domiciliari nell’indagine della Procura di Nola. Originario di Avellino, «Nello» ha 38 anni ed è al suo secondo mandato come primo cittadino del comune campano. Fu eletto la prima volta nel 2018 con una lista civica di centrodestra e nel 2023 ha vinto nuovamente le elezioni con oltre il 64 per cento delle preferenze. Donnarumma si è iscritto a Fratelli d’Italia ed è vicecommissario provinciale del partito a Napoli. Per la sua giovane età e il consenso riscosso durante il mandato, era considerato tra i possibili candidati al ruolo di coordinatore provinciale. Una delle iniziative che ha caratterizzato la sua amministrazione è stata quella per l’apertura di nuovi negozi nel centro storico, con regole stringenti che andavano a colpire i negozianti stranieri. Tra i requisiti richiesti, l’accesso insegne in italiano, conoscenza della lingua nazionale, per gli alimentari vendita di prodotti locali. «Nessuna discriminazione verso gli immigrati, chi rispetta le regole non avrà alcun problema», dichiarò per difendere il suo progetto, «non vedo cosa ci sia di male a chiedere che chi gestisce un negozio parli italiano e esponga insegne in italiano».


Gli appalti sotto indagine

Sono diversi e variegati gli appalti finiti al centro delle attenzioni dei magistrati, per i quali in più occasioni il sindaco si sarebbe speso in prima persona. Secondo le accuse, Donnarumma avrebbe chiesto le assunzioni di alcune persone da lui indicate presso ditte e in una nota catena di discount in cambio dell’affidamento di servizi superflui, in quanto già eseguiti dal Comune stesso. Tra le operazioni sotto esame, anche l’affidamento dei buoni spesa per il Covid-19 e il servizio per i contributi per i canoni di locazione. Ma sono diversissimi gli ambiti in cui, secondo la Procura, gli indagati esercitavano i loro interessi, dai servizi di pulizia e igiene ambientale a quelli di guardiania dei locali del municipio e degli immobili comunali, dal servizio di social media manager alla manutenzione delle aree verdi, fino ai lavori di adeguamento energetico, di assistenza alla mensa scolastica, di adeguamento di spazi e aule didattiche in una struttura. In un caso sarebbero stati elargiti 20mila euro per ottenere la concessione alla gestione di un chiosco-bar in piazza.

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