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Evasioni, gruppi armati in tv e assalti ai civili: cosa succede in Ecuador – Il video

Il presidente dichiara lo stato d’emergenza. Otto morti negli sconti. I boss del narcotraffico scappano dal carcere

Otto persone sono morte nelle violenze a Guayaquil, città portuale dell’Ecuador da cui è partita l’ondata di violenza. Il presidente Daniel Noboa ha dichiarato lo stato di conflitto interno e ha accusato le organizzazioni di narcotraffico per le violenze. Un commissariato è stato colpito da un attentato, 14 persone sono state arrestate. La città si prepara al secondo giorno di coprifuoco. Il trasporto su gomma e la circolazione sono sospesi. I penitenziari sono circondati dalle forze armate. Noboa ha elencato la presenza sul territorio nazionale di 21 gruppi del crimine organizzato transnazionale, caratterizzati come «organizzazioni terroristiche e attori non statali belligeranti». Gli Stati Uniti hanno offerto al paese il loro aiuto.


L’irruzione in tv

Questo è l’elenco dei gruppi: Aguilas, AguilarKiller, AK47, Dark Knights, ChoneKiller, Choneros, Corvicheros, Cuartel de las Feas, Cubanos, Fatales, Gánster, Kater Piler, Lagartos, Latin Kings, Lobos, Los p .27, Los Tiburones, Mafia 18, Mafia Trébol, Patrones, R7 e Tiguerones. Ieri pomeriggio un gruppo armato ha fatto irruzione in uno studio del canale pubblico, in diretta a Guayaquil. Il parlamento di Quito è stato evacuato, mentre saccheggi si sono registrati in città. La polizia è entrata negli studi in serata, ha liberato gli ostaggi e ha arrestato 13 persone. Il Perù ha inviato forze speciali di polizia al confine. Prima, le immagini tv hanno mostrato uomini incappucciati con granate e mitragliatori che hanno preso in ostaggio giornalisti e tecnici. «Per favore, sono venuti per ucciderci. Dio non permettere che ciò accada. I criminali sono in onda», ha detto all’Afp uno dei giornalisti in un messaggio su WhatsApp.


Adolfo Macias

Il re del narcotraffico Adolfo Macias è evaso dal carcere. Conosciuto come ‘Fito’, è leader del gruppo criminale Los Choneros. Era stato condannato a 34 anni di carcere nel 2011 e forse era già fuggito da tempo e si era fatto sostituire da un sosia. Anche Fabricio Colón Pico è riuscito a fuggire insieme a una trentina di reclusi dal carcere di Riobamba, nella provincia di Chimborazo, dove era stato rinchiuso tre giorni prima.

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