Strage di Erba, Azouz Marzouk a Brescia per la revisione del processo: «Rosa e Olindo sono innocenti»

Al marito di Castagna e papà di Youssef, due delle quattro vittime, interessa «evitare che in carcere restino due innocenti. Solo così Azouz è convinto che suo figlio possa trovare pace», afferma il suo legale

Sarà presente anche Azouz Marzouk, marito di Raffaella Castagna e papà di Youssef, due delle quattro vittime della strage di Erba, l’1 marzo in aula a Brescia, quando si discuterà dell’istanza di revisione presentata dagli avvocati di Olindo Romano e Rosa Bazzi. Marzouk, stando alle parole della sua legale, Solange Marchignoli, sostiene da tempo la tesi innocentista. Per questo si unirà alla richiesta di revisione del processo che ha portato alla condanna definitiva all’ergastolo dei coniugi. «È un diritto di Azouz sostenere l’innocenza dei due condannati e lo farà – dice Marchignoli al Corriere della Sera -. La posizione che sosterremo in aula è in linea con l’istanza di revisione del processo e siamo convinti che ci sia la possibilità di dimostrare l’estraneità ai fatti». Il marito di Castagna e padre del piccolo Youssef, alcuni anni fa, aveva presentato alla Procura di Milano una richiesta di prove finalizzate alla proposta di revisione della sentenza di condanna in quanto – spiega Ansa – era accresciuta in lui la convinzione «che costoro non potessero essere gli autori di una strage così terribile, un eccidio che ricorda l’operazione di un commando», scriveva nell’atto. L’istanza, dichiarata poi inammissibile, era costata a Marzouk un processo per calunnia poiché in quell’occasione avrebbe accusato la coppia di essersi auto-calunniata confessando il delitto, confessione che poi hanno ritrattato.


La pista alternativa dei legali dei coniugi

La pista alternativa su cui spingono gli avvocati di Rosa e Olindo è che dietro la strage dell’11 dicembre del 2006 – dove furono massacrati Raffaella Castagna, Youssef Marzouk, Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini – ci sia una vendetta che avrebbe alle spalle una faida per il predominio sulle piazze di spaccio del Comasco tra la banda tunisina di cui faceva parte Marzouk e i suoi cugini e fratelli e un’altra marocchina. «Azouz è completamente estraneo a quanto accaduto e non ha paura di nulla – conclude l’avvocata -. A lui interessa la revisione del processo, evitare che in carcere restino due innocenti. Solo così Azouz è convinto che suo figlio possa trovare pace».


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