Zerocalcare: «Mi hanno detto che sono incompleto perché non ho un figlio. Mi sa che mi prendo un cane»

Michele Rech parla della solidarietà alla maestra in galera a Budapest, di Acca Larenzia che non bisogna vietare e delle accuse di antisemitismo

Michele Rech in arte Zerocalcare ha dedicato un fumetto su Internazionale a Ilaria Salis, la maestra di Milano detenuta a Budapest. E oggi su Repubblica spiega perché: ««Intanto perché una persona che finisce in galera perché ha fatto a botte coi nazisti mi sta automaticamente a cuore. Quando poi i magistrati ungheresi le hanno proposto un patteggiamento di undici anni, a noi è sembrato il momento di scriverne». Il colloquio con Fabio Tonacci poi diventa un’opportunità per spiegare come la pensa. Per esempio sui pacifisti che chiedono agli ucraini di fare la pace con Putin: «Non credo al pacifismo dogmatico, pur reputandomi una persona pacifica. Quando però ci sono di mezzo gli stati nazione è più complesso, perché seguono logiche che non sempre sono quelle dei popoli».


Acca Larenzia

Per lui, però, Acca Larenzia non è un evento da vietare: «Diventerebbe un assist per loro perché ci si impantana nella polemica sulla violenza politica e sulla commemorazione di ragazzi uccisi. Ci sono altre spie della cultura fascista che attraversa anche le istituzioni, ben più gravi ma di cui non si parla». Per Rech «la deriva autoritaria è viva. Ci siamo dimenticati dei decreti sicurezza di Salvini? Il rischio della compressione del diritto al dissenso è reale». Mentre per quanto riguarda la destra, «il massimo della loro editoria è Vannacci. Vende copie? È pompato dai media e dalla sinistra». Poi parla anche di Giovanna Pedretti: «Se per una figura pubblica la gogna può far parte del gioco, quando si scatena su un privato è la fine della civiltà. Politici come Salvini hanno costruito la loro carriera nel dare in pasto ai social chi esprime dissenso, il suo blog con la scusa del degrado espone le fragilità di coloro che vivono in mezzo alla strada agli insulti. La responsabilità la cercherei lì».


L’antisemitismo

Poi Zerocalcare torna sul no a Luccacomics: «Mi hanno dato dell’antisemita, un’accusa infame per me che penso che la rivolta del ghetto di Varsavia sia uno dei momenti più edificanti della storia europea, e il rastrellamento del ghetto di Roma una memoria da conservare. Io ho i mezzi e le risorse per uscire dall’angolo, altri avrebbero visto la carriera sgretolarsi». Racconta che il capocantiere albanese che sta facendo lavori sotto casa sua gli ha detto che è incompleto perché non ha un figlio: «O ci litigavo o mi mettevo a piangere. Però mi sono chiesto se avesse ragione, anche perché quegli stronzi degli amici miei sono tutti padri. Ora la sera esco coi relitti come me…oh, io non so se il modello della famiglia del Mulino Bianco mi si addice, non ho mai convissuto, mi piace stare da solo». E quindi «mi sa che mi prendo un cane».

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