Zone 30, Salvini si oppone ma nel 2023 stanziò fondi per istituirle: il provvedimento del Mit quando era già ministro

La crociata del ministro dei Trasporti contro le zone trenta: «Quei fondi servivano anche ad altro», la replica del ministero

«Una scelta irragionevole». Con queste parole, il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, aveva definito la decisione del comune di Bologna sul limite di 30 chilometri orari introdotto nel 70% circa delle strade del capoluogo emiliano, quelle più a rischio incidenti. E, ora, con una direttiva ad hoc, è pronto a ridurre le tutte le «zone trenta» d’Italia: «Il Mit sta lavorando a una direttiva per chiarire e semplificare il tema dei limiti di velocità, con particolare riferimento ai centri urbani», recita la nota inviata due giorni fa dal suo dicastero. Il Comune di Bologna, nel frattempo, gli ha rinnovato l’invito a un confronto, al quale Salvini non chiude la porta.


Il vicepremier

«Spero – sottolinea il vicepremier – che il sindaco abbia voglia di ragionare, perché non ho voglia di litigare con nessuno, ma ho il dovere di tutelare la mobilità di chi prende la macchina per andare a lavorare». In sintesi: il ministro non molla la presa e, anzi, rilancia la sua crociata. Eppure, nella Gazzetta Ufficiale del 9 febbraio 2023 è stato pubblicato un decreto del Mit, dal nome «Piano di riparto delle risorse destinate alla progettazione ed alla realizzazione di interventi per il miglioramento della sicurezza stradale dei pedoni» – che richiamandosi il Piano per la sicurezza stradale del governo precedente (che ieri il Mit ha però ritenuto superato) esorta le città a fare le zone 30 e assegna a Bologna un finanziamento pari a 613mila euro, che il comune ha incassato il 28 giugno (13 milioni di euro totali per diverse città italiane).


I fondi e il decreto

A renderlo noto è il deputato di Europa Verde Angelo Bonelli: «L’azione di Salvini – dice Bonelli – è solo elettorale, mette in discussione una decisione da lui stesso voluta con un decreto che ha la sua firma: l’Italia merita un ministro del genere?». All’articolo 4 del suddetto decreto si legge che i fondi – scrive la Repubblica – devono servire a «migliorare la sicurezza stradale dei pedoni» attraverso «azioni di moderazione del traffico con l’implementazione di  “zone 30” e “isole ambientali” con l’introduzione di elementi di traffic calming per mitigare le differenze di velocità esistenti tra pedoni e traffico motorizzato». In sostanza, il ministero dei Trasporti ha finanziato l’aumento delle zone 30 in diversi Comuni d’Italia.

La nota del Mit

Sulla vicenda iniziano, così, ad accumularsi dubbi e contraddizioni. Che, nella serata di ieri, il Mit prova a sciogliere: «Quei fondi non erano solo per le zone 30», spiega. «L’impegno del ministro sulla sicurezza è nei fatti, visto che è stato promotore delle nuove norme sulla sicurezza stradale», ma il tema resta «l’equilibrio tra sicurezza dei pedoni ed esigenze degli automobilisti che vanno al lavoro». Nel frattempo, la segreteria del Pd, Elly Schlein (bolognese), ha attaccato Salvini visto che anche Comuni governati dalla destra hanno promosso progetti di zone trenta. «Persino i sindaci di Olbia e Treviso smentiscono l’assurda polemica di Salvini sulle città 30, rendendo ancor più grottesco l’intervento del ministro Salvini. Il ministro smetta di minare l’autonomia dei sindaci e pensi piuttosto a rifinanziare il trasporto pubblico», sottolinea Schlein. E dopo Olbia e Treviso ora anche Genova – governata dal centrodestra – ha intenzione di vietare in modo permanente o temporaneamente con il limite a 30 all’ora la circolazione di veicoli e scooter in modo che bambini e genitori possano raggiungere la scuola in sicurezza.

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