Autonomia differenziata, l’opposizione si prepara al referendum. De Cristofaro (Avs): «Dovevate pagare un prezzo alla Lega, lo fate sulla pelle dei cittadini» – Video

Il centro si divide: Azione si astiene ma parla bene del testo, Italia Viva contro. Castellone (M5s): «Difendiamo l’Italia unita»

Si vota per la prima volta l’Autonomia differenziata al Senato, in un clima tutto sommato tranquillo. I numeri della maggioranza sono solidi, la Lega vuole incassare il proprio risultato, i partiti alleati, con sfumature diverse, glielo lasciano fare. Il centrosinistra, invece è sul piede di guerra su un tema che potrebbe essere mobilitante, perlomeno quando gli effetti dell’Autonomia si vedranno nelle regioni più povere. Alleanza verdi e sinistra, Pd e Movimento Cinque Stelle sembrano pronti a lanciare un referendum abrogativo. Non sembrano intenzionati a seguirli né Italia Viva né Azione: i calendiani in aula hanno annunciato l’astensione, perché, dice il senatore Marco Lombardo, il testo approvato è comunque migliore di quello approvato nel 2018 e in ogni caso è l’applicazione della riforma del Titolo Quinto della Costituzione del 2001. Mariastella Gelmini, un attimo prima del voto finale, annuncerà il voto favorevole, in dissenso dal gruppo. Non così Italia Viva che, con la senatrice Dafne Musolino, fa un intervento durissimo sul merito della riforma e sulle sue conseguenze sui servizi pubblici.


Giuseppe De Cristofaro di Avs invece, parla esplicitamente della «necessità», per l’interno centrosinistra di lanciare un referendum «prima possibile»: «State approvando una legge “scassa Italia” – dice il senatore di Sinistra italiana – dovete pagare un prezzo alla Lega, lo fate sulla pelle dei cittadini». Secondo De Cristofaro infatti, separare i servizi nazionali «non risolverà nessuno dei problemi esistenti, aumentando solo le differenze».


Maria Domenica Castellone, ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

Mariolina Castellone del Movimento cinque stelle, a lungo capogruppo, non tocca il tema referendum, anche se tra i pentastellati sono in molti a sostenere che l’eventuale mobilitazione andrà sostenuta: «Essere patrioti vuol dire difendere l’unità nazionale, non suonare l’Inno di Mameli ad ogni iniziativa pubblica. Si dice che questa legge è una applicazione della riforma costituzionale voluta dal centrosinistra, si poteva calendarizzare prima la legge di iniziativa popolare che voleva modificare il titolo V e invece non avete voluto farlo», dice Castellone. E conclude dicendo che il Movimento «difenderà l’Italia unita».

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