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Alessia Pifferi, indagate le due psicologhe del carcere per favoreggiamento

24 Gennaio 2024 - 11:48 Redazione
Il pm Francesco De Tommasi le aveva già accusate di aver fornito alla donna «una tesi alternativa difensiva» e di averla inoltre «manipolata»

Le psicologhe del carcere di San Vittore che hanno effettuato un test sul quoziente intellettivo di Alessia Pifferi, accusata di aver abbandonato sua figlia Diana di appena un anno e mezzo da sola in casa per sei giorni lasciandola morire di stenti, sono indagate per favoreggiamento. Avevano scritto una relazione accertando il deficit intellettivo della donna. Mossa già aspramente contestata dal pm Francesco De Tommasi, che le aveva accusate di aver fornito alla donna «una tesi alternativa difensiva», un possibile vizio di mente, e di averla inoltre «manipolata». Anche i consulenti della Procura, gli psichiatri Marco Lagazzi e Alice Natoli, avevano scritto una relazione depositata alla Corte d’Assise nel processo in corso nella quale l’operato delle due psicologhe indagate veniva fortemente criticato.

«Forte perplessità»

Lagazzi e Natoli hanno affermato: «È nostro dovere esternare una forte perplessità rispetto ad una apparente prassi che, come ripetiamo, nella nostra piuttosto ampia esperienza, non abbiamo mai visto applicare a nessun altro detenuto». «Il contributo delle psicologhe è già stato ampiamente discusso – si legge nella consulenza – e non si può non essere perplessi per l’attuazione di un test che non ha nulla a che fare con la gestione penitenziaria ma è utile per la difesa penale, e per una intensiva rilettura del caso fatta con l’imputata di un così grave reato».

Il «gravissimo ritardo mentale»

«L’impressione che si trae da tutto questo – scrivono ancora i consulenti – è che ciò renda tra l’altro ormai inutile qualsiasi esame peritale, perché valuterebbe non i vissuti della persona, ma ciò che la stessa ha riferito di avere appreso e discusso nel lavoro con le psicologhe, unitamente al suo deresponsabilizzante convincimento di essere lei stessa una bambina (dati gli esiti del test sul quoziente intellettivo, ndr), sempre espresso dalla psicologa».

A fine febbraio, sarà depositata la perizia psichiatrica disposta dalla Corte d’Assise (presidente Ilio Mannucci Pacini) per valutare la capacità di intendere e volere della donna. La perizia è stata richiesta dalla difesa: l’avvocato Alessia Pontenani ha valorizzato, tra le altre cose, proprio gli esiti della relazione delle due psicologhe. Parlando di un «gravissimo ritardo mentale» della donna, che avrebbe «un quoziente intellettivo di una bimba di 7 anni».

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