Alessia Pifferi, parla la legale: «Ormai è un’amica, ha un decifit cognitivo importante. Se potessi la porterei a casa»

Alessia Pontenani, avvocato, a Repubblica spiega che è serena per le indagini che la coinvolgono. «La relazione delle psicologhe? Venne realizzata prima della mia nomina»

Alessia Pontenani, legale di Alessia Pifferi, madre accusata di aver fatto morire di stenti la figlia Diana, di soli 18 mesi, è accusata, insieme a due psicologhe del carcere di San Vittore, di aver prodotto una relazione falsa per avere una perizia psichiatrica utile al processo. Si dice serena Pontenani, e a Repubblica dichiara: «Sono molto tranquilla, non ho fatto niente di male. E non rinuncio assolutamente all’incarico. Alessia Pifferi ormai è un’amica, abbandonata da tutti: in carcere le porto cibo, vestiti e soldi. E se potessi, la porterei a casa mia. Penso che abbia un deficit cognitivo importante. La relazione delle psicologhe contestata dai pm sul suo basso quoziente intellettivo? Venne realizzata prima della mia nomina».


«Con le psicologhe una sola chiamata»

«Ho scoperto del quoziente intellettivo di Pifferi – racconta al quotidiano – quando ho chiesto la sua cartella clinica a San Vittore. È ovvio che avevo già intenzione di chiedere una perizia psichiatrica: con un reato di quel tipo mi pareva dovuto, una morte così atroce aveva bisogno di un approfondimento. Quando ho ottenuto la cartella – pagando 80 euro di tasca mia – ho mandato subito le carte al pm, che mi ha ricevuto nel suo studio. Mi ha detto che la mia assistita secondo lui era una lucida criminale. Ho ribattuto che a me di lucido pareva ci fosse ben poco. La vedevo già tutte le settimane». Sulla chiamata fatta con una delle psicologhe precisa che c’è n’è stata una sola, il 14 gennaio. «Mi dice: bravissima, hai ottenuto la perizia psichiatrica (disposta per Pifferi dalla Corte d’assise durante il processo in corso, ndr). Ho risposto di essere certa che i test stanno andando benissimo, che confermano che la mia assistita è “scema scema”. Una battuta poco carina, è vero. A Pifferi avevo anche detto che con le psicologhe non dovevano più vedersi né chiamarsi, prima che qualcuno potesse pensare che veniva influenzata. Mi sembrava pacifico che non dovessero più andarci». Per la legale l’assistita ha un deficit cognitivo importante. «Se viene fuori che non è vero e ha ingannato tutti – precisa – che ha finto con le psicologhe e anche con me, sono una vittima pure io. Non le ho mica detto di buttarsi per terra e strapparsi i capelli, come strategia difensiva. Ma le psicologhe che motivo avrebbero avuto di aiutarla? Veramente, come ho letto, per scardinare il sistema? Ma per favore».


(Alessia Pifferi con Alessia Pontenani all’udienza processo Pifferi, Milano 10 Ottobre 2023. Foto Ansa/MATTEO CORNER)

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