«Free Gaza from Hamas» al corteo pro Palestina, il 25enne Mihael: «Non volevo provocare ma rivendicare un’idea»

Il giovane ha esposto un cartello dalla finestra della sua abitazione durante la manifestazione non autorizzata di via Padova nel Giorno della memoria

Era appena tornato da Dublino, zainone sulle spalle, quando ha dovuto tagliare il corteo non autorizzato in via Padova a Milano nel Giorno della memoria. Salendo a casa, ha visto dall’alto gli striscioni e sentito i cori, fino all’intervento della polizia. «È stato a quel punto che ho sentito il bisogno di protestare, pensando tra l’altro da subito alle conseguenze», dice al Corriere della Sera Mihael, 25 anni, che il 27 gennaio ha esposto dalla finestra del suo appartamento un cartello con su scritto «Free Gaza from Hamas». Dalla strada sono arrivati cori e minacce, la tensione è ulteriormente salita. «Ero ancora alla finestra quando ho sentito bussare forte alla porta. Cercavano di aprirla. Ho avuto paura perché ho pensato fosse qualche manifestante. Ho chiamato il 112 chiedendo aiuto», ma erano gli agenti di polizia in borghese, che gli hanno chiesto di consegnargli il cartello. Mihael non l’ha fatto: «L’ho tenuto perché è mio. Mi hanno identificato e ho raccontato loro chi fossi. Alla fine abbiamo parlato quasi un quarto d’ora, ognuno spiegando le proprie ragioni. Un dialogo cordiale e civile. Come ho detto anche a loro, mi spiace se con quel gesto ho complicato il loro lavoro di ordine pubblico ma non ho fatto nulla di illegale».


«Un gesto improvvisato ma non inconsapevole né sprezzante»

Il giovane non si è più affacciato alla finestra, la sera è uscito con gli amici e il giorno dopo ha visto il suo volto in post di Matteo Salvini. «È strano», ammette, «ma la sovraesposizione non è un problema, per me che sono un ragazzo della generazione Z». «Non è stato un gesto inconsapevole, scellerato o sprezzante. Tutt’altro», assicura al giornalista. Mihael voleva rivendicare un’idea, la sua, su quello che sta avvenendo in Medio Oriente. «Difendo comunque le mie idee», ha ribadito, «in questa guerra tra Israele, che ho tra l’altro visitato più volte, e Hamas le responsabilità dal 7 ottobre sono chiare. Hamas è un’organizzazione terroristica e il mio intento era criticarla. In quelle manifestazioni di piazza si sentono cori del tipo: “Israele fascista, stato terrorista”, che non condividerò mai. Questo aldilà del background culturale e politico di ognuno di noi. Questi cortei non vogliono la pace». Il giovane difende la sua scelta, improvvisata ma non inconsapevole, di scrivere quelle parole su quattro fogli legati con dello scotch. «Se avessi voluto provocare i manifestanti, avrei scritto altro», sottolinea, «e lo rifarei, anche se questi gesti rischiano di perdere valore se ripetuti. Quindi una volta va bene, di più forse no».


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