Jannik Sinner è un campione italiano atipico: «Sanremo? Conoscendomi non vado, canti e balli non fanno per me»

Il vincitore degli Australian Open: ringrazio i miei genitori per la libertà che mi hanno lasciato

Jannik Sinner continua a sfuggire allo stereotipo del campione italiano. Dopo la vittoria agli Australian Open il tennista numero 4 del mondo che giovedì guiderà gli azzurri da Sergio Mattarella per celebrare la Coppa Davis in un’intervista a La Stampa parla dei genitori e della libertà che gli hanno sempre dato, del discorso che dovrà fare al Quirinale e che non ha ancora preparato e anche del Festival di Sanremo. Dove non vuole andare ospite perché canti e balli non fanno per lui. Nel colloquio con Stefano Semeraro spiega subito che ha avuto genitori che «non mi hanno mai pressato, non mi hanno mai chiesto di diventare forte, e questo probabilmente è il motivo principale per cui sono qui oggi. Il successo arriva se lavori tanto, se ci credi. I miei non li vedo spesso, ma sono i genitori ideali, così ho aspettato una occasione speciale per far sentire speciali anche loro, che non amano tanto comparire. Credo di aver fatto una cosa carina».


Crescere in fretta

Sinner dice che ha dovuto crescere in fretta, «lavandomi la roba da solo, cucinando, andando a fare la spesa. Piano piano qualcosa sto recuperando, mio papà ora viene a qualche torneo. Però il grosso è andato». Poi aggiunge che anche se ha vinto si sente «lo stesso di prima. Ho fatto un ottimo torneo, e sono contento. So già che c’è ancora tanto lavoro, ma a me piace così. La cosa bella di aver vinto è che mi fa capire che sto facendo la cosa giusta, e mi fa vivere sereno con il mio team. Ma come ragazzo, resto sempre quello: un tipo molto rilassato, che si diverte a giocare a tennis». La sua vita non cambierà anche se tanti davanti alla tv lo hanno visto vincere. E sulla comparsata a Sanremo dice: «Non lo so, non ne ho idea. Conoscendomi, non ci vado… Ballare, cantare, non sono cose che fanno per me».


Lo Jodel e il Quirinale

Ricorda di aver anche rifiutato di fare lo jodel con la commentatrice austriaca di Eurosport Barbara Schett: «Appunto, meglio così. A me piace giocare a tennis, del resto non mi importa più di tanto». E quando gli ricordano l’appuntamento di giovedì 1 febbraio con Mattarella dice che «il discorso lo devo ancora scrivere, fino ad ora non ho avuto molto tempo». Infine: «Mi sento libero quando faccio le cose semplici: sciare, correre in kart, giocare alla playstation. Ma mi sento libero anche sul campo da tennis. E in generale sempre, nella mia vita».

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