Lo psicologo Lancini: «I gruppi Whatsapp dei genitori vanno chiusi, vietiamo i cellulari a scuola»

Il docente: le nuove generazioni crescono con un vuoto identitario

Matteo Lancini è psicologo e psicoterapeuta. Ha scritto un libro sugli adolescenti: Sii te stesso a modo mio. Lancini, docente presso il dipartimento di psicologia dell’Università Milano-Bicocca in un’intervista a La Verità dice che «il vero problema è la fragilità adulta. Esiste una enorme difficoltà da parte delle nuove generazioni di genitori e insegnanti ad affrontare le caratteristiche di ragazzi e bambini, costretti a crescere in una società così complessa, con tante trasformazioni, iperconnessa. Provare a identificarsi con un bambino o un adolescente oggi è molto meno facile per gli adulti di oggi. Le nuove generazioni crescono con un vuoto identitario, non possono esprimere davvero i loro sentimenti, e dall’altra parte sentono un’assenza di prospettive future, sperimentando difficoltà significative».


Un cambio di paradigma

Lancini sostiene nel colloquio con Irene Cosul Cuffaro che sia necessario un cambio di paradigma anche per i professionisti della salute mentale: «Se ora uno psicoterapeuta non chiede a un ragazzo cosa fa su internet, è come se in passato non gli avesse chiesto se aveva il motorino, che musica ascoltava, se gli piacevano i ragazzi o le ragazze. Internet è diventato la società. La pornografizzazione di qualsiasi cosa ha conseguenze anche sugli adulti. Anche loro fotografano il piatto di pasta, invece di guardare il monumento o il quadro fanno la foto, governano il paese attraverso i social. Social dove ci sono anche gli uomini più ricchi del pianeta, dove chiunque comunica, dove l’influencer si fotografa la ferita post intervento. È chiaro che vivere dentro questa società ha conseguenze. Il problema è pensare che le abbia solo sui giovani». Soprattutto a scuola: «Basta pensare ai consigli di classe dei genitori: ormai non si fanno più in presenza, ma nei gruppi Whatsapp delle mamme. I gruppi Whatsapp dei genitori vanno chiusi».


I cellulari a scuola

E ancora: «Al vice ministro della Giustizia del precedente governo l’avevo detto, va vietato l’ingresso dei cellulari a scuola, anche agli adulti però. Genitori e insegnanti continuano a fare foto e video a ogni festa di fine anno o di Natale, ma si continua a dire che il problema ce l’hanno i ragazzi, mentre la società intera banchetta sui social». Poi parla del suo libro: «Gli unici colleghi che vendono più di me sono quelli che ogni settimana fanno dirette su TikTok e Instagram, magari lanciando appelli perché genitori e insegnanti la smettano di far usare i social ai giovani. Si chiama società dissociata. Chi oggi governa le scelte dei giovani sono i coetanei famosi sui social, che assumono quindi un ruolo educativo».

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