Entro febbraio la legge per portare 10mila riservisti nelle Forze armate. La scelta di Crosetto e cosa faranno

Diecimila tra uomini e donne scelti su base volontaria. In caso di necessità, saranno richiamati in supporto ai militari di carriera. Ma non combatteranno (salvo casi speciali)

Basterà un decreto legislativo, visto che la legge delega per la riforma dello strumento militare (questa è la dizione) è stata approvata nel 2022 con il governo Draghi e rinnovata con questa maggioranza lo scorso novembre. E il ministro Guido Crosetto sta insistendo perché si faccia entro il mese prossimo, febbraio: l’idea è di prevedere una dotazione suppletiva di uomini e donne con la nascita di una Riserva di circa 10.000 volontari. I riservisti saranno, si legge nella delega, «ripartiti in nuclei operativi di livello regionale posti alle dipendenze delle autorità militari individuate con decreto del Ministro della difesa» e al momento del richiamo sarebbero impiegati in «attività in campo logistico nonché di cooperazione civile-militare». Insomma non direttamente nelle operazioni militari ma in supporto e per mettere sul campo tutti i militari di carriera. La formula a cui sta pensando il ministro Crosetto, sarebbe aperta a ex militari o civili che volontariamente desiderano aderire all’iniziativa, sulla base di un modello che esiste già negli Stati Uniti, in Svizzera e in Israele.


Come funzionerà

Un momento al poligono di Capo Teulada durante l’esercitazione Joint Star 2023, Sardegna, 22 Maggio 2023. ANSA/GIUSEPPE LAMI

Da molti punti di vista, si spiega negli ambienti della Difesa, dovrebbe funzionare in modo simile alla Riserva Selezionata istituita nel 2002, quando fu sospesa la leva obbligatoria. Un modello che esiste già per l’Esercito, ma lo fanno anche Marina, Aeronautica e Carabinieri. Come si legge sul sito che già oggi spiega come si entra a far parte della Riserva selezionata dell’Esercito italiano, «per la sola categoria degli Ufficiali lo Stato maggiore dell’Esercito ha avviato il progetto Riserva Selezionata al fine di disporre di un bacino di personale in possesso di particolari professionalità di interesse non completamente disponibili». Gli ufficiali di complemento devono possedere una laurea in alcune materie specifiche, hanno dei limiti di età e dopo una valutazione gli viene fatta frequentare la Scuola di applicazione di Torino – la stessa in cui finisce il percorso di formazione degli ufficiali d’Accademia – per 5 settimane in due moduli. Attualmente questi ufficiali ricevono anche un breve addestramento militare, perché è possibile essere impiegati in terreni di guerra, sebbene non con l’incarico diretto di combattere e il codice militare prevede che possano essere richiamati per il tempo massimo di un anno meno una settimana. Tutti elementi che potrebbero essere mantenuti anche nel nuovo decreto. L’importante, si sottolinea in ambienti militari, è procedere rapidamente.


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