Dal concorso suppletivo per il Covid al rischio licenziamento: la beffa per 500 docenti

Esclusi dal concorso ordinario, poi reintegrati grazie al Tar, ora il Consiglio di Stato annulla le prove suppletive del 2023

Nel 2020, a causa della pandemia da Covid, centinaia di professori non hanno potuto partecipare al concorso ordinario per diventare insegnanti. Tuttavia, presentando e vincendo un ricorso al Tar sono poi riusciti a ottenere la possibilità di partecipare a prove suppletive nell’aprile 2023. Nonostante abbiano iniziato a lavorare da tempo, ora rischiano improvvisamente il licenziamento dopo che il ministero dell’Istruzione e del Merito (Mim) ha impugnato la sentenza del Tar davanti al Consiglio di Stato. Quest’ultimo ha dato ragione al Mim e ha annullato il concorso dello scorso anno e i contratti di assunzione correlati. Una situazione che sta preoccupando oltre 500 docenti coinvolti. A denunciare la vicenda sono i sindacalisti della Flc Cgil che in una nota definiscono la sentenza «illogica e ingiusta».


La protesta contro il «silenzio di Valditara»

La vicenda, come evidenziato dai sindacati, avrà l’effetto di creare «l’assurda situazione in cui docenti che hanno superato un concorso pubblico (alcuni con il massimo dei voti) e stanno svolgendo l’anno di prova con profitto verranno licenziati come se nulla fosse accaduto». Oltre ai sindacati, anche l’onorevole Elisabetta Piccolotti di Sinistra-Verdi ha bussato alle porte del dicastero di Viale Trastevere presentando un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara. «Siamo alla follia. Tutto questo è inaccettabile. Chi ha superato un concorso deve essere messo in condizione di essere assunto a tempo indeterminato», commenta Piccolotti. Dalla Flc Cgil fanno sapere di aver chiesto un incontro urgente al Ministero sulla vicenda, ma di non aver mai ricevuto alcuna risposta.


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