Crosetto e la missione europea nel Mar Rosso: «Houthi 10 volte più pericolosi di Hamas, manderemo anche aerei»

Verso un comando francese-greco con base a Larissa. Per Aspides servirà un finanziamento aggiuntivo dal bilancio italiano

Il primo punto è il conflitto indiretto con Russia e Cina, dice chiaramente Guido Crosetto a metà della sua relazione alle commissioni Difesa di Camera e Senato. E non è un dettaglio di poco conto, nella preparazione della missione europea Aspides, il cui inizio è previsto per il prossimo 17 febbraio: «Il traffico di Russia e Cina, per espressa volontà degli Houthi, potrà continuare a passare per il mar Rosso e questo crea uno squilibrio competitivo che impatterà in modo violento ed asimmetrico su di noi e sulle nostre economie. E’ uno degli strumenti più efficaci con cui Mosca e Pechino perseguono l’obiettivo di prevalere slealmente nella competizione internazionale e di guadagnare nuove sfere di influenza rendendo insostenibile il confronto con l’Occidente». «Questa asimmetria – ha ricordato questa mattina, 1 febbraio, Crosetto – colpirà soprattutto l’Europa e in particolare i Paesi della sponda Sud come l’Italia a causa della marginalizzazione del Mediterraneo. Occorre agire subito con efficacia per affermare il diritto internazionale ed il libero transito delle merci».


La pericolosità degli Houthi

Una manifestazione anti Usa in Yemen con la presenza di miliziani houthi. EPA/YAHYA ARHAB

Già attualmente del resto, ha spiegato il titolare della Difesa, assistiamo ad «un calo del 38% del traffico marittimo, l’aumento dei tempi di navigazione di 10-12 giorni, con costi quintuplicati ed il rischio di marginalizzazione dei porti del Mediterraneo». La missione sarà tutt’altro che semplice anche perché i paramilitari yemeniti sono molto attivi ed organizzati: «Gli interventi della coalizione angloamericana contro gli Houthi hanno portato al dimezzamento delle loro azioni, ma il gruppo yemenita è il più organizzato dell’entourage iraniano, molto più di Hezbollah. Hanno capacità propria di produzione di armi, hanno resistito per anni agli attacchi di Arabia Saudita ed Emirati Arabi, valgono dieci volte Hamas». Finora, negli ultimi 2 mesi, hanno messo a segno più di trenta attacchi.


La missione

La fregata Euro ANSA/ UFFICIO STAMPA/ MINISTERO DELLA DIFESA/ MARINA MILITARE

La missione Aspides non nasce nel vuoto. L’Italia è già nell’area con assetti navali e militari in 3 missioni internazionali nell’area: Atalanta (Ue), Emasoh (europea a guida francese) e la Task Force 53 della Combined maritime forces (a guida Usa) . La fregata Martinengo dà «un ombrello di protezione al naviglio nazionale». Aspides, ha aggiunto Crosetto, «dovrebbe agire nel Mar Rosso e parte del Golfo Persico, inglobando, in qualche modo, l’altra operazione europea Emasoh ed auspichiamo possa prevedere la partecipazione di Paesi arabi moderati che volessero unirsi a questo sforzo collettivo di sicurezza ed anche dell’India». L’idea è «creare un meccanismo di deterrenza per difendere il traffico marittimo in tutta l’area, fino a Suez. Gli assetti europei di previsto impiego per l’operazione comprenderanno, per ora, un minimo di tre unità navali, supporto intelligence e logistico, capacità di Early Warning aereo, protezione cyber, supporto satellitare e comunicazione strategica in supporto alla cosiddetta Information Warfare». L’Italia, «come anche la Francia e la Grecia, ha dato la sua disponibilità iniziale anche ad ospitare il Comando operativo o, in alternativa, ad assumere la responsabilità del comando tattico della forza europea da bordo di una nostra nave, nell’ottica di dare pratico impulso all’operazione, se questo si rendesse necessario». L’impegno sarà permanente: «Ci sarà almeno una nave italiana per 12 mesi e valutiamo anche l’invio di assetti aerei con compiti di sorveglianza e raccolta dati». Il quartier generale della missione euroea Aspides nel mar Rosso sarà probabilmente in Grecia, a Larissa. E in ogni caso, l’impegno militare nel mar Rosso «dovrà trovare ristoro attraverso un finanziamento aggiuntivo rispetto a quanto previsto nella legge di bilancio per il 2024».

Le forniture a Kiev

Ultimo punto trattato, ma impegnativo anche dal punto di vista economico, quello delle forniture di armi a Kiev, centro del Consiglio informale Difesa ieri a Bruxelles «hanno chiesto quale sarebbe stato l’impegno per l’Ucraina nei prossimi anni e io mi sono trovato a tacere come Italia, perché nel bilancio di quest’anno io non sono in grado di definire quale sarà l’aiuto e quando la Germania ha annunciato allo stesso tavolo che quest’anno fornirà 7 miliardi di aiuti ho preferito tacere». «Per adesso – ha aggiunto Crosetto – siamo riusciti a sopperire (per quanto riguarda le forniture a Kiev, ndr) incidendo sugli stock. con un intervento pari a quello di altri Paesi che hanno un terzo o un quinto del nostro Pil e della nostra popolazione e non stanno dando cose che avevano già. Questo è un tema che intendo porre al Parlamento».

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