Stellantis, rischia di tagliare posti a Mirafiori e Pomigliano. Scintille tra l’azienda e il governo. Giorgetti scherza: «Io entrerei in Ferrari»

Davanti ai rischi di chiusura di Mirafiori e Pomigliano, dopo l’avvio del piano incentivi sulle auto elettriche, i sindacati chiedono l’intervento del governo. Landini: «Torniamo a chiedere l’ingresso dello Stato»

«Lo stato in Stellantis? Io entrerei in Ferrari». Scherza così il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, sull’eventuale ingresso dello Stato nel gruppo franco-italiano a margine di un incontro con le imprese alla Camera di Commercio di Sondrio. Dopo il piano di incentivi alla domanda di auto elettriche, resta alta la tensione tra il governo e l’azienda. In queste ore l’amministratore delegato Carlos Tavares aveva dichiarato a Bloomberg: «L’Italia dovrebbe fare di più per proteggere i suoi posti di lavoro nel settore automobilistico anziché attaccare Stellantis per il fatto che produce meno nel nostro Paese». E ancora: «Si tratta di un capro espiatorio nel tentativo di evitare di assumersi la responsabilità per il fatto che se non si danno sussidi per l’acquisto di veicoli elettrici, si mettono a rischio gli impianti in l’Italia». Dichiarazioni a cui ha replicato ieri il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso: «Se Tavares o altri ritengono che l’Italia debba fare come la Francia, che recentemente ha aumentato il proprio capitale sociale all’interno dell’azionariato di Stellantis, ce lo chiedano». Il governo non ha però intenzione di entrare nell’azienda e d’altra parte, neppure da parte di Exor è stata mai ventilata l’ipotesi di cedere quote.


I sindacati: «Gli incentivi non sono regali»

In Italia sarebbero a rischio Mirafiori dove si produce la 500 elettrica e lo stabilimento di Pomigliano. «Ci aspettiamo da Stellantis un impegno serio e responsabile ad investire in tutti gli stabilimenti italiani a cominciare da Pomigliano aumentando la produzione di auto in Italia, garantendo i livelli occupazionali. A Tavares vogliamo ricordare che gli incentivi sono risorse pubbliche e non regalìe. Il governo si faccia garante di un patto tra istituzioni, impresa e sindacati sul rilancio del settore auto nel nostro Paese», ha dichiarato oggi il leader Cisl Luigi Sbarra. «Siamo di fronte ad una situazione che da tempo denunciamo. La capacità produttiva dell’azienda in Italia è di oltre 1,5 milioni di auto ma la produzione è ferma a 500mila», ha detto il segretario della Cgil Maurizio Landini. «Il tema è aperto ed è necessario che venga assunto, chiediamo a Meloni in persona di scendere in campo convocando un incontro con Stellantis e i sindacati a palazzo Chigi: gli incentivi di per se non risolvono e c’è bisogno di una logica di intervento più forte. In Francia è presente lo Stato. Torniamo a chiedere che anche lo Stato italiano entri. Non è una novità. Lo chiediamo da tempo».


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