Il costituzionalista Azzariti: «Il premierato di Meloni è la democrazia del capo»

Il professore critica la riforma di Meloni la norma antiribaltone? Non ha senso

Il costituzionalista Gaetano Azzariti dice che il premierato è una forma di democrazia del capo. In un’intervista a La Stampa il professore dell’università La Sapienza critica la riforma di Giorgia Meloni. E dice che «ciò che impressiona è che si discute della riforma costituzionale guardando puramente agli interessi politici immediati dei partiti». E ancora: «Ho la sensazione che i nostri revisori costituzionali si siano dimenticati di uno dei fondamentali insegnamenti dei padri costituenti, che dicevano che quando si cambia la Costituzione bisogna ragionare per principi e non per convenienza e che bisogna essere presbiti e non miopi».


Secondo Azzariti si tratta di modifiche «che cercano di mettere ordine in un progetto confuso e criticato da tutti i costituzionalisti, ma che non affronta la questione di fondo: che democrazia vogliamo?». E quindi: «Sono quattro giorni che discutono di cosa conviene a Meloni o a Salvini. Ma l’unica domanda che conta è un’altra: vogliamo una democrazia del capo o preferiamo razionalizzare la forma di governo parlamentare? L’elezione del capo è il discrimine». Per il costituzionalista, «è questa la democrazia del capo. Che poi il leader del maggior partito italiano si rivolga al cittadino e dica: “vuoi scegliere tu?”, a me pare un po’ ipocrita: più che pensare a rafforzare il premier in astratto, punta a rafforzare sé stessa. Tanto è vero che Salvini si ribella. In questo contesto neppure la norma antiribaltone ha senso».


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