I trattori arrivano a Roma e mettono Sanremo nel mirino: «Accerchieremo la Capitale, Meloni ci prende in giro»

L’ex Forcone Calvani: traditi dalla politica. L’appello ad Amadeus: ci faccia salire sul palco dell’Ariston

I trattori marciano su Roma. La protesta degli agricoltori contro la Pac e il New Deal approda oggi nella Capitale: Andrea Papa, uno dei portavoce di Riscatto Agricolo, ha annunciato che i 250 mezzi che si trovano a Foiano della Chiana prenderanno la Cassia per dirigersi verso Roma Nord. Mentre Danilo Calvani, ex leader dei Forconi che adesso guida i Cra Agricoltori Traditi, fa sapere che accerchieranno la Capitale e dice che la premier Giorgia Meloni li prende in giro. Intanto c’è anche chi parla di una spettacolare maxiprotesta da mettere in atto a Sanremo. Per chiedere «prezzi giusti» per i loro prodotti. Mentre il Partito Democratico fa notare che gli 8 miliardi del Pnrr annunciati ieri da Meloni erano fondi già previsti: non ci sono risorse aggiuntive.


La marcia

«L’agricoltura sta morendo. Deve essere rappresentata. Grazie ad Amadeus se accoglierà il nostro appello», ha detto ieri uno dei leader ad Agorà Weekend annunciando la possibilità di un arrivo dei trattori durante il Festival. Non sarebbe un inedito: nel 1984 Pippo Baudo ospitò sul palco gli operai dell’Italsider a rischio licenziamento. Intanto però per oggi, lunedì 5 febbraio, è in programma la marcia su Roma. Ieri è andato in scena un primo blocco a Orte. Oggi la partenza per la Capitale allo scopo di parlamentarizzare la protesta anche se non c’è ancora un accordo tra gli organizzatori e la questura. Vanno avanti intanto le altre manifestazioni spontanee in tutta Italia. Mentre quelle in Europa hanno già portato la Francia a capitolare. E si aggiungono adesioni eccellenti: dopo quelle di Al Bano e di Antonio Di Pietro, arriva anche Mario Capanna.


Il 50 cavalli di Capanna

L’ex leader del movimento del 1968 fa sapere al Corriere della Sera che sarebbe andato volentieri a Bruxelles: «Ma con il mio trattore, un favoloso 50 cavalli, ci avrei messo un mese ad arrivare». Capanna è contento che abbia aderito anche Di Pietro: «Non lo sento da una vita, mi fa un sacco piacere». Capanna dice che darebbe «pubblici incentivi ai giovani per farli tornare all’agricoltura, cosa che per fortuna un po’ sta già accadendo. E poi metterei in piedi un tavolo con gli agricoltori e i responsabili delle grandi catene distributive, Coop, Esselunga e direi loro: ragazzi, qui dobbiamo darci una registrata. Bisogna pagare il giusto i prodotti in campo e accettare di fare meno profitti con la distribuzione. Ma il calmieraggio si ottiene con il dialogo e la persuasione, non s’impone per decreto legge».

I costi di produzione

Mentre Giorgio Bissoli dei Forconi chiede «il riconoscimento del costo di produzione fermo al 2019, con una legge che stabilisca che se a me coltivare un chilo di grano costa 25 centesimi, la grande distribuzione non può pagarmelo meno di 28». E chiede anche di vietare l’importazione di prodotti agricoli da pesi che non hanno gli stessi standard produttivi della Ue. Intanto Calvani in un’intervista a La Stampa fa sapere che oggi andrà in questura a Roma per concordare i tempi della protesta. L’ex Forcone ha un’azienda agricola in provincia di Latina. Su dieci ettari totali di appezzamento produce ortaggi e il suo comitato si chiama “Agricoltori traditi”. Naturalmente, «dai nostri rappresentanti, la classe politica: da questi siamo stati traditi. Perché non ci hanno difeso».

Calvani e Meloni

Calvani annuncia che «i trattori, tanti, staranno tutti attorno a Roma. Sarà un accerchiamento. Su Roma i presidi saranno massicci ma non prevediamo di bloccare il traffico. La Meloni? Se ci deve ricevere per prenderci in giro è meglio che non lo faccia. Se invece è davvero in grado di cambiare le cose… ma ne dubito». Perché, spiega, i fondi del Pnrr come quelli del Psr «sono gestiti esclusivamente dai fondi di sussistenza agricoli. Che sono totalmente in mano ai sindacati, in primis alla Coldiretti. E a noi su 10 euro arrivano 50 centesimi. Tutto il resto va ai grandi gruppi, alle multinazionali ed ai loro prestanome. Possono pure stanziare 100 miliardi, a noi arriva comunque poco o nulla».

Il Green corridor

Calvani critica anche il Green corridor, ovvero l’accordo che consente l’importazione di prodotti agricoli africani in Europa senza particolari controlli: «Basta un’autocertificazione per garantire il rispetto delle norme igienico-sanitarie. E sono prodotti che poi vengono presentati come Made in Italy, non si trovano invece marchiati Egitto e Tunisia. È molto strano». La chiusura è sull’esecutivo: «Hanno costruito il ministero della Sovranità Alimentare ma noi non ce ne siamo proprio accorti. Magari ci stiamo sbagliando, ma se adesso stiamo manifestando è perché il nostro settore ormai è davvero al collasso. Vogliamo soluzioni concrete. Chiacchiere e promesse non ci bastano più».

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