Il rapporto del procuratore che imbarazza Joe Biden, nessuna accusa per i file top secret in casa «perché è un anziano con scarsa memoria»

Le conclusioni del procuratore speciale sui documenti riservati che Biden conservò in casa e in alcuni uffici

Viene descritto come un anziano con scarsa memoria Joe Biden nel rapporto del procuratore speciale Robert Hur, secondo il quale il presidente Usa non può essere incriminato perché sarebbe difficile convincere una giuria a condannarlo. Nelle sue conclusioni, Hur ha stabilito che Biden conservò e divulgò volontariamente documenti riservati quando era un privato cittadino, tra cui documenti sulla politica militare ed estera in Afghanistan e altre questioni di sicurezza nazionale. L’inchiesta a carico di Biden era iniziata dopo che l’Fbi aveva scoperto a fine 2022 documenti segreti nel suo garage, nella casa a Wilmington e in un ufficio privato di un think tank di Washington.


Dopo che Biden si è fatto interrogare, dalle indagini sono emersi dettagli allarmanti. A cominciare dalla scarsa sicurezza con cui erano custoditi i documenti, che dovevano invece essere depositati agli archivi nazionali. Alcuni documenti erano stati trovati in una scatola di cartone consumata nel suo garage, accanto a un cesto di vimini e una scala. I suoi pc portatili con informazioni riservate erano stati lasciati invece in cassetti senza serratura in casa. Dal rapporto emerge anche che Biden spesso conservata materiale riservato e il suo staff faceva fatica a recuperarlo. «E non esisteva alcuna procedura per rintracciare parte del materiale riservato che Biden aveva ricevuto al di fuori dei suoi briefing», spiega il procuratore Hur.


Finché in carica, Biden non avrebbe potuto essere perseguito, ma lo stesso Hur spiega i vari motivi per cui comunque non avrebbe suggerito accuse contro di lui. Per esempio il fatto che come vicepresidente, e durante la successiva presidenza, quando erano state trovati i documenti sull’Afghanistan, «aveva l’autorità di conservare documenti riservati a casa sua». Hur poi sostiene che una giuria potrebbe anche pensare che li avesse dimenticata nella casa presa in affitto in Virginia, quindi non trattenuti volontariamente. E se Biden fosse finito a processo, sarebbe apparso «come un uomo anziano empatico, ben intenzionato e con una scarsa memoria». Una descrizione emersa sia nella deposizione con gli investigatori che nel colloquio con l’autore della sua biografia.

A proposito della memoria di Biden, il procuratore Hur dice che «sembrava avere limiti significativi». In una delle sue deposizioni «non ricordava quando era vicepresidente, dimenticandosi quando era terminato il suo mandato». In un’altra quando era iniziato. E poi «non ricordava nemmeno dopo diversi anni quando morì suo figlio Beau». Nel rapporto, Hur scrive che «la sua memoria appariva confusa nel descrivere il dibattito sull’Afghanistan, che un tempo era stato così importante per lui. Tra le altre cose, ha erroneamente affermato di “avere avuto una reale divergenza” di opinioni con il generale Karl Eikenberry, quando, in realtà, Eikenberry era un alleato che Biden ha citato con approvazione nel suo promemoria della festa Ringraziamento al presidente Obama».

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