La corrente del Golfo potrebbe collassare nei prossimi 100 anni. I devastanti effetti in un nuovo studio

La fusione dei ghiacci rallenta la circolazione atlantica, che non è mai stata così debole negli ultimi mille anni e secondo gli scienziati potrebbe essere al punto di non ritorno

La corrente del Golfo ha già iniziato il proprio viaggio verso il punto di non ritorno. Il momento in cui diventerà talmente debole che, anche se la fusione dei ghiacci dovuta al cambiamento climatico di origine antropica si interrompesse, non ci sarà più modo di ripristinare il flusso di acqua calda che partendo dal Golfo del Messico attualmente porta acqua calda su tutta l’Europa, garantendo al continente gli inverni miti di cui gode. Sono queste le conclusioni di un nuovo studio che evidenzia come la circolazione atlantica – il complesso sistema di correnti di cui fa parte anche quella del Golfo – rischia di collassare. Ciò che accadrebbe in questo scenario che si fa sempre più concreto è solo parzialmente prevedibile, ma l’interruzione della circolazione atlantica sconvolgerebbe il clima di buona parte del Pianeta.


La corrente del Golfo non è mai stata così debole negli ultimi 1000 anni

Lo studio, pubblicato sulla rivista Science Advances ha un titolo eloquente: Physics-based early warning signal shows that AMOC is on tipping course (van Westen et al.) e ad esso hanno lavorato alcuni degli scienziati che ad oggi costituiscono un punto di riferimento per l’analisi del comportamento della circolazione atlantica. Si tratta – riporta Climanteranti – del primo lavoro nel suo genere a tenere insieme, tramite modelli climatici, sia gli effetti del cambiamento climatico sugli oceani che quelli sull’atmosfera. E i suoi risultati sono in linea con quelli di altri importanti ricerche pubblicate negli ultimi anni, le quali dimostrano che la circolazione ha già subito un rallentamento del 15% rendendola debole come non lo era mai stata negli ultimi mille anni, e che suo collasso potrebbe avvenire tra il 2025 e il 2095. L’orizzonte temporale tracciato da van Westen et al. è lievemente più ampio: nei prossimi 100 anni.


WIKIMEDIA COMMONS / Circolazione atlantica nel sistema di correnti globali

Perché la corrente del Golfo sta collassando

I modelli mostrano la traiettoria futura, ma i segnali sono già presenti. Così come la causa principale del rallentamento della corrente: la fusione dei ghiacci – in particolare quelli della Groenlandia – che diluisce il flusso. Per capire come, è necessario il funzionamento del sistema di correnti. La circolazione atlantica lavora come un gigantesco nastro trasportatore oceanico, spostando calore, carbonio e nutrienti dai Tropici all’Artico e viceversa.

Nell’esempio specifico della corrente del Golfo, quando l’acqua attraversa i caldi mari caraibici, si scalda e sale in superficie, continuando il suo percorso verso l’Europa nordoccidentale. Lì rilascia il calore cumulato, aumenta la propria salinità diventando più densa e pesante, e si inabissa per poi tornare verso Sud lambendo la costa dell’Africa. Tuttavia, l’eccesso di acqua dolce proveniente dalla fusione dei ghiacci rende l’acqua meno densa e salata, ostacolando il processo di inabissamento verso Sud. E sono proprio i segnali sulla salinità attuale preoccupare gli scienziati.

Cosa succederebbe se la corrente del Golfo collassasse

Quali sarebbero le conseguenze di un collasso della circolazione atlantica? Se l’interruzione delle correnti dovesse verificarsi, in alcune regioni come la costa orientale degli Usa, il livello dell’Oceano Atlantico crescerebbe di un metro, inondando molte città costiere. La stagione umida e quella secca in Amazzonia si invertirebbero, spingendo potenzialmente la foresta pluviale – già indebolita – oltre il suo punto di non ritorno. Le temperature in tutto il mondo fluttuerebbero in modo molto più irregolare rispetto ad ora.

L’emisfero meridionale diventerebbe più caldo, mentre l’Europa si raffredderebbe drasticamente e riceverebbe meno precipitazioni. Quest’ultimo effetto potrebbe apparire allettante rispetto all’attuale tendenza al riscaldamento, ma gli scienziati fanno notare che i cambiamenti sarebbero 10 volte più veloci rispetto a quelli che stiamo vivendo ora, rendendo l’adattamento quasi impossibile. Uno scenario che Westen – il principale autore – definisce «devastante».

REDANDR / Percorso seguito dalla corrente del Golfo

Collasso della circolazione atlantica, gli effetti sull’Europa

Lo studio dedica un focus agli effetti che si verificherebbero sull’Italia e sull’Europa, in caso di collasso. Non vengono prese in esame città italiane, ma è possibile farsi un’idea di massima di quello che potrebbe succedere al nostro Paese, collocato in una fascia intermedia tra Madrid e Vienna. Se si guarda alla capitale spagnola, si nota che le temperature estive resterebbero pressoché le stesse, con una diminuzione della temperatura media compresa tra 1 e 2 gradi centigradi.

Maggiori le differenze invernali, con le medie che potrebbero diminuire anche di 4 gradi rispetto a quelle attuali. La differenza si fa sempre più marcata man mano che si sale verso Nord, soprattutto a causa dei ghiacci che, in caso di collasso, si estenderebbero verso Sud molto più di ora, riflettendo il calore del sole e impedendogli di scaldare la superficie terrestre. Così, a Vienna, febbraio diventerebbe quasi 10 gradi più freddo di ora, mentre il febbraio londinese, che ora ha dei valori di temperatura non troppo lontani da quello di Milano, si raffredderebbe di ben 15 gradi rispetto ad adesso.

VAN WESTEN ET AL. / Grafici che mostrano glie effetti climatici di un collasso della corrente del Golfo in cinque città europee selezionate

In copertina: OPEN / Schema dell’AMOC, sfondo grafica sulle correnti nell’Oceano Atlantico (generata con AI)

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