Giulia Schiff: «Paura perché nella lista nera di Putin? No, ma mi guardo intorno. Oggi mi impegno con i droni»

Dal matrimonio con Viktor, anche lui soldato al fronte ucraino. «Fa parte dei rischi del mestiere, non sono una sprovveduta e ho preso le mie contromisure»

Giulia Schiff, ex pilota dell’aeronautica, combatte in Ucraina ed è finita nella black list del Cremlino. Al Corriere della Sera spiega di non esser sorpresa. «Fa parte dei rischi del mestiere, mi sono scelta il lavoro di combattente e so che devo fare i conti anche con questi inconvenienti. Fra di noi c’è anche chi ha una taglia sulla testa. Naturalmente non sono una sprovveduta e ho preso le mie contromisure». Spiega che controlla sempre l’auto, sta attenta. Racconta che è stata inserita in una piattaforma curata dai russi, in mezzo a tanti combattenti internazionali. «È una sorta di wikipedia dei soldati internazionali – spiega – dove non viene riportato solo il mio nome. C’è il profilo, la mia storia, le vicende dell’aeronautica… E devo riconoscere che sono stata trattata anche dignitosamente. Hanno indagato su di me e hanno scritto le vicende per come sono andate. Paradossalmente hanno avuto più rispetto loro di alcuni italiani».


Il matrimonio con Viktor ucraino-israeliano e il fronte con i droni

Schiff racconta cosa fa sul fronte ucraino. «Sono pilota di droni, in prima linea ma non scoperta. O, se vogliamo, seconda linea. Sto appena dietro. Oramai si combatte così, io la chiamo la guerra dei droni, la 2.0, si spara con fucili a raggi invisibili e si lanciano nel cielo questi velivoli a pilotaggio remoto. Sono di varie forme, dimensioni e specializzazioni. Sia chiaro, il contact esiste sempre ed esistono sempre anche le missioni di fanteria, accompagnate però dai droni. Succede che anziché avere il classico supporto aereo ci si affida a questi copters che volano dappertutto», spiega. Giulia Schiff si è sposata con Victor, ucraino-israeliano. «Eravamo insieme qui in Ucraina – racconta – entrambi soldati di questo esercito di combattenti volontari dele Forze speciali della legione internazionale. Ma ora lui è in Israele. Ci sentiamo comunque spesso. Devo dire che ho scelto questa seconda linea anche per sua tranquillità. Una relazione a distanza non è facile ma noi teniamo duro perché sappiamo entrambi quanto bisogno c’è di aiuti in queste territori. Tra l’altro, siamo finiti entrambi in un francobollo ucraino per coppie combattenti».


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