Elezioni in Sardegna, Pd e M5s si godono la vittoria. Salvini: «Il governo è saldo, ma quando cambi il candidato in corsa è complicato»

Le parole del segretario della Lega erano attese dopo il deludente risultato sull’isola, conseguenza anche degli attriti tra i partiti di maggioranza

«Il governo è assolutamente saldo, dopo cinque vittorie consecutive una sconfitta ci può stare: quando il popolo vota ha sempre ragione. Quando si vince si vince tutti insieme, quando si perde si perde tutti insieme». È Matteo Salvini a parlare, a margine di un evento a Pescara, del risultato delle elezioni regionali in Sardegna che hanno visto sconfitta, seppur di un soffio, la coalizione di governo contro il cosiddetto “campo largo” di Pd e 5 Stelle. Una sconfitta rumorosa perché arrivata in una regione governata dal centrodestra e nella quale i sondaggi erano favorevoli fino a poche settimane fa. Il leader della Lega chiarisce subito: nessuna ripercussione sull’alleanza di governo con Fratelli d’Italia e Forza Italia. Ma a chi ha seguito la campagna elettorale non può dimenticare che il candidato sconfitto, il sindaco di Cagliari, è stato praticamente imposto agli alleati dalla premier. L’uscente Christian Solinas, impelagato in vicende giudiziarie e in quota Lega-Partito d’Azione sardo, è stato messo da parte in ragione dei nuovi rapporti di forza nella maggioranza dovuti alla crescita di Fratelli d’Italia. Ma Paolo Truzzu ha incassato una sconfitta, forse anche mal digerito da un pezzo della sua stessa coalizione.


Salvini: «In democrazia è giusto così»

«I numeri dicono che il centrodestra ha aumentato i voti rispetto alle politiche, che la Lega e il partito sardo d’azione sono cresciuti di tre punti, però ha vinto la candidata M5s. In democrazia è giusto così», dice oggi Salvini, il giorno dopo la sconfitta, assicurando che l’esecutivo non verrà toccato dalla brutta esperienza sarda e punzecchiando gli avversari: «Sono contento di quello che stiamo facendo, che stiamo progettando. Dopo cinque sconfitte consecutive mi fa piacere sapere che Elly Schlein almeno abbia dormito contenta stanotte. Le elezioni regionali sono importanti per i cittadini. I sardi hanno deciso. Il loro voto o non voto, perché quasi la metà dei sardi non ha votato, va rispettato. Il voto degli abruzzesi penso che sarà profondamente diverso». Testa subito alle prossime Regionali, quelle del 10 marzo in Abruzzo, dove non è consentito quel voto disgiunto che in Sardegna ha creato più di qualche problema al centrodestra, ma dove qualche similitudine con le elezioni sull’isola c’è. Ad affrontarsi sarà infatti un presidente uscente sostenuto dalla coalizione di governo, Marco Marsilio, contro lo sfidante Luciano D’Amico, sostenuto dal campo largo che questa volta, oltre a Pd e 5 Stelle, comprende anche l’ex Terzo polo di Azione e Italia Viva.


Salvini non spara frecciatine contro la premier Giorgia Meloni, ma tra le righe qualcosa in più la dice. «A Cagliari ha vinto abbondantemente il centrosinistra e su questo bisognerà fare una riflessione», ha infatti aggiunto il leader leghista, «sicuramente aver perso di tanto a Cagliari piuttosto che a Sassari deve farci riflettere e farci lavorare ancora di più, ma sarebbe ingeneroso parlare di sconfitta solo di Truzzu». E ha proseguito: «Quando il centrodestra aumenta di decine di migliaia i suoi voti rispetto alle politiche e ha un problema in qualche grande città, non è un problema di un partito e men che meno della Lega. Ogni tanto cadere serve anche a fare un esame di quello che puoi fare di più e meglio». Una parola l’ha spesa anche per la strategia: «Quando cambi un candidato in corsa è più complicato. Vale anche per un sindaco. Ma non sarò mai quello che, quando le cose vanno bene, è merito mio e quando le cose vanno male è colpa degli altri»

Schlein e Conte: «È una sconfitta di Meloni»

Mentre il centrodestra deve fare i conti con la sconfitta, Giuseppe Conte ed Elly Schlein possono intestarsi una vittoria affatto scontata. Per Conte si tratta della prima governatrice espressa dai 5 Stelle, per Schlein la conferma che provare a unire il campo alternativo alle destre è una strada percorribile. Almeno quando hai un candidato forte e lo schieramento opposto pasticcia un po’. «Erano sicuri di vincere, son venuti qui a Cagliari in pompa magna, con premier e vicepremier, e la Sardegna ha risposto. Ha perso Truzzu, ha perso Giorgia Meloni che l’ha imposto con una forzatura, e ha perso pure Matteo Salvini”», ha scritto sui social la segretaria del Partito democratico, «è una vittoria di Alessandra che si è dimostrata la persona giusta, ha fatto una campagna straordinaria e sarà una grande Presidente. Saprà ridare fiducia ai sardi e speranza a questa terra meravigliosa. È una vittoria di squadra, perché Alessandra ha tenuto insieme una coalizione plurale che si è unita ogni giorno di più. Ringrazio tutto il Pd sardo, anzitutto le candidate e i candidati, perché siamo il primo partito sull’isola, e per questo ringraziamo chi ci ha votato e sentiamo una grande responsabilità». Soddisfatto anche Giuseppe Conte: «È il vento nuovo della Sardegna, significa che, se riusciamo a costruire un progetto serio e credibile, convincente per i cittadini, noi possiamo vincere ed essere competitivi senza cartelli elettorali». Anche per il leader 5 Stelle, «questa è una sconfitta personale di Meloni, che qua ci ha messo la faccia durante la campagna elettorale. E ora non so se ha dichiarato qualcosa, ma dovrebbe farlo perché credo abbia gestito questa vicenda un po’ con arroganza».

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